Archivio Ždanov

Uno sporco mestiere, V. Kočetov

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 2/8/2014, 00:34

Advanced Member

Group:
Administrator
Posts:
1,394

Status:


Da «Oktjabr’», n. 3, 1966:


V. Kočetov

Uno sporco mestiere


…Gli addetti al «lavoro» di queste «squadre» sono scrupolosi nei minimi dettagli, accuratamente controllati. Regola fondamentale: non trattare mai la sostanza dell’opera o la posizione complessiva dell’autore. Gli articoletti dei «cremlinologi» hanno lo scopo non di analizzare criticamente ma di compromettere. Essi sono infatti come cristalli di veleno gettati nella caldaia di una mensa che nutre milioni di persone, e sono moltiplicati da tirature altissime. Col loro aiuto vengono compromessi opere e autori.
Questi scritti «cremlinologici» mi sono venuti alla mente nel corso del processo a Sinjavskij-Terts il quale ha pubblicato una delle sue prime opere sul giornale «Encounter» cui era pervenuto, di propria volontà, come il mercenario Miklos Szabo, entrando così a far parte di una delle formazioni del nostro nemico, la squadra «EN», quella stessa in cui milita una certa miss americana di bell’aspetto e dagli occhi azzurri.
Sinjavskij, secondo ogni apparenza, ha fatto tesoro dell’esperienza di questa squadra con grande diligenza e applicazione.
Magari all’inizio avrà fatto un po’ di confusione, non riuscendo ad individuare quale fosse il punto più vulnerabile di uno scrittore: il cuore, forse, la spina dorsale, il cervello, ma alla fine è arrivato ad imparare anche questo: è la radice del naso, sì proprio quella. La nostra gente sovietica, esprimendo i propri sentimenti in relazione al processo, ha scritto ai giornali che Sinjavskij è «un mostro morale». E questo di un uomo cui, prima d’allora, era stato più volte attribuito un talento sbalorditivo. Là dove Sinjavskij lavorava era presentato come un campione dell’intellighenzia, là dove pubblicava più spesso i suoi scritti era considerato uno dei giovani critici «più promettenti».
In questo caso, quindi, con la «mostruosità morale» non si può comprendere né spiegare nulla. Rudolf Höss e quel blockführer che uccise con la sua pistola 10.000 persone, i ribelli della squadra «Alfa» e la «cremlinologa» dagli occhi azzurri dell’«Encounter», Sinjavskij-Terts e tutti i suoi simili sono persone assolutamente normali, soltanto che sono al servizio, alle dipendenze di un altro mondo. Sinjavskij svolgeva i suoi compiti con la stessa raffinatezza della «cremlinologa». La ricetta per gli assassinii letterari col metodo della squadra «EN» è semplice: mena il can per l’aia, fa finta di non notare il vero contenuto del romanzo, del film, della commedia, sviluppa ogni genere di paralleli dannosi all’autore e all’opera, continua a ribadire sfacciatamente le tue falsità, ridi beffardo, sollazzati. L’ultimo ad essere attaccato da Sinjavskij sulla stampa sovietica fu, se non erro, Evgenij Dolmatovskij. È sufficiente leggere quanto dice il poeta sovietico nella sua nuova raccolta di ottime poesie e ciò che ne ha scritto Sinjavskij perché appaia subito chiaro: il bravaccio della squadra «EN» ha condotto il suo attacco nel modo consueto e sperimentato, prendendo lo scrittore per il naso. I metodi di questa gente sono sempre gli stessi.
Non si tratta di degenerati, no. Si tratta di «truppe scelte» del nostro nemico ideologico. Essi compiono assassinii letterari perché sulla terra duri più a lungo il regno del denaro. La damina dagli occhi azzurri e Sinjavskij sono stati ingaggiati, volgarmente ingaggiati; ed entrambi, con gli «eroi» dei libri di Miklos Szabo, hanno cercato di svolgere il proprio compito con quello stesso zelo che contraddistingueva sul lavoro Rudolf Höss-Lang.

Edited by Andrej Zdanov - 10/8/2014, 21:30
 
Web  Top
0 replies since 2/8/2014, 00:34   88 views
  Share