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Sulla possibilità dell’edificazione del socialismo nel nostro paese, Stalin

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view post Posted on 1/2/2014, 17:46

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Da Stalin, Opere Complete, vol. 8, Edizioni Rinascita, 1954, pp. 124-127:


Sulla possibilità dell’edificazione del socialismo nel nostro paese

Risposta al compagno Pokoiev


Compagno Pokoiev!
Scrivo con ritardo e ne chiedo scusa a Voi e ai vostri compagni.
Purtroppo, Voi non avete capito la natura dei nostri dissensi al XIV Congresso. La questione non è che l’opposizione avrebbe affermato che non siamo ancora giunti al socialismo, mentre il congresso avrebbe dichiarato che vi siamo già arrivati. E’ falso. Nel nostro partito non troverete nessun compagno il quale possa dire che noi abbiamo già attuato il socialismo.
La discussione svoltasi al congresso non aveva come oggetto questo argomento. Ecco qual è stato l’oggetto della discussione. Il congresso ha detto che la classe operaia, alleata con i contadini lavoratori, può sconfiggere i capitalisti del nostro paese e edificare la società socialista, anche se la rivoluzione vittoriosa in Occidente non giungerà in tempo per aiutarla. L’opposizione invece ha detto che non potremo sconfiggere i nostri capitalisti e edificare la società socialista fino a quando gli operai non avranno vinto in Occidente. Ma, siccome la vittoria della rivoluzione in Occidente ritarda alquanto, non ci resta, evidentemente, che segnare il passo. Il congresso ha affermato ― e lo ha espresso nella sua risoluzione sul rapporto del CC81 ― che queste vedute dell’opposizione significano sfiducia nella vittoria sui nostri capitalisti.
Ecco qual è stato l’oggetto della discussione, cari compagni.
Questo non significa, certamente, che noi non abbiamo bisogno dell’aiuto degli operai dell’Europa occidentale. Supponiamo che gli operai dell’Europa occidentale non simpatizzino per noi e non ci prestino il loro appoggio morale. Supponiamo che essi non impediscano ai loro capitalisti di intraprendere una campagna militare contro la nostra repubblica. Quale sarebbe la conseguenza? La conseguenza sarebbe che i capitalisti muoverebbero contro di noi, scalzerebbero alle radici il nostro lavoro di edificazione e quindi ci sconfiggerebbero completamente. Se i capitalisti non fanno questo tentativo è perché temono che gli operai li colpiscano alle spalle nel caso di una campagna contro la nostra repubblica. Questo è appunto quel che noi chiamiamo appoggio alla nostra rivoluzione da parte degli operai dell’Europa occidentale.
Ma tra l’appoggio degli operai dell’Occidente e la vittoria della rivoluzione in Occidente c’è una grandissima differenza. Senza l’appoggio degli operai dell’Occidente è poco probabile che avremmo resistito ai nemici che ci accerchiano. Se questo appoggio si trasformerà successivamente in vittoria della rivoluzione in Occidente, molto bene. Allora la vittoria del socialismo nel nostro paese sarà definitiva. E se questo appoggio non sfocerà nella vittoria della rivoluzione in Occidente? Possiamo iniziare e condurre a compimento l’edificazione della società socialista senza questa vittoria in Occidente? Il congresso ha risposto in senso affermativo. Altrimenti sarebbe stato inutile prendere il potere nell’ottobre 1917. Se non avessimo contato di sconfiggere i nostri capitalisti, chiunque potrebbe dire che abbiamo preso inutilmente il potere nell’ottobre 1917. L’opposizione invece afferma che non possiamo sconfiggere i nostri capitalisti con le nostre sole forze.
Ecco qual è la differenza fra noi.
Al congresso si è parlato anche della vittoria definitiva del socialismo. Che cosa significa vittoria definitiva del socialismo? Significa avere l’assoluta garanzia che i capitalisti stranieri non ricorrano all’intervento e non restaurino, mediante la lotta armata, il vecchio regime nel nostro paese. Possiamo con le nostre sole forze creare questa garanzia, cioè rendere impossibile l’intervento militare del capitale internazionale? No, non lo possiamo. E’ questo un compito che possiamo assolvere soltanto insieme con i proletari di tutto l’Occidente. Il capitale internazionale può essere definitivamente domato solo dalle forze della classe operaia di tutti i paesi, o almeno dei principali paesi europei. In questo senso non si può fare a meno della vittoria della rivoluzione in un certo numero di paesi europei; in caso contrario la vittoria definitiva del socialismo è impossibile.
Qual è, in fin dei conti, la conclusione?
La conclusione è che noi possiamo edificare la società socialista con le nostre forze, anche senza la vittoria della rivoluzione in Occidente, ma il nostro paese da solo non è in grado di garantirsi dagli attentati del capitale internazionale; per poter avere questa garanzia occorre la vittoria della rivoluzione in un certo numero di paesi dell’Occidente. Una cosa è la possibilità di edificare il socialismo nel nostro paese, un’altra è la possibilità di garantire il nostro paese dagli attentati del capitale internazionale.
Il vostro errore e l’errore dei vostri compagni consiste, a mio avviso, nel non aver ancora le idee chiare sull’argomento e nell’aver confuso queste due questioni.
Saluti fraterni.

G. Stalin


P.S. - Dovreste procurarvi il n. 3 del Bolscevik82 (edizione di Mosca) e leggere il mio articolo ivi pubblicato. Questo vi faciliterebbe la soluzione del problema.

G. Stalin

10 febbraio 1926
Pubblicata per la prima volta.

________
81 Vedi Il PC(b) dell’URSS nelle risoluzioni ecc. cit., pp. 47-53. 125
82 Nel n. 3 del Bolscevik del 15 febbraio 1926 fu pubblicato lo scritto di Stalin Questioni del leninismo (vedi presente volume a p. 27).
Bolscevik: quindicinale teorico e politico del CC del PC(b) dell’URSS. Si pubblica dall’aprile 1924. Dopo il XIX Congresso del PCR(b), tenutosi nell’ottobre 1952, ha cambiato nome e si chiama Communist. 127


Edited by Andrej Zdanov - 2/2/2014, 13:40
 
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