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Articolo di E. Liberman per la «Novosti», Evsei Liberman

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view post Posted on 14/12/2013, 18:31

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Da AA.VV., Piano e profitto nell’economia sovietica, Editori Riuniti, 1965, pp. 163-166:


Articolo di E. Liberman per la «Novosti»


Negli ultimi tre anni gli organi dirigenti dell’economia sovietica hanno elaborato un serie di misure dirette ad elevare l’efficienza della produzione. Nel corso di un ampio dibattito sviluppatosi attorno a questo problema, economisti, dirigenti d’azienda, innovatori della produzione hanno avanzato idee e considerazioni preziose che sono state poi esaminate da un’apposita commissione dell’Istituto di economica dell’Accademia delle scienze dell’URSS.
Molte misure sono state approvate e sono in corso di attuazione. È stato migliorato il sistema degli incentivi per i tecnici e gli ingegneri. A titolo sperimentale questo sistema viene oggi adottato in 80 grandi aziende. L’entità dei premi è stata collegata alla maggiore intensità del piano dell’azienda rispetto al livello dell’anno antecedente. Sono stati introdotti altri nuovi elementi. Una parte del fondo-salari è stata stanziata appositamente per premiare i tecnici e gli ingegneri. È stato permesso di coprire con i risparmi realizzati nei mesi successivi le eccedenze del fondo-salari dei mesi antecedenti, ecc. Tutto ciò ha garantito in misura maggiore il pagamento dei premi ai lavoratori che li hanno veramente meritati.
I materiali del dibattito economico e le conclusioni della commissione dell’Accademia delle scienze dell’URSS sono stati presi in considerazione anche nella risoluzione del Consiglio dell’economia nazionale dell’URSS del 25 agosto 1964 relativo al miglioramento del sistema di incentivi economici e al potenziamento dell’interesse materiale dei lavoratori alla elaborazione e applicazione delle nuove tecniche.
L’opinione di alcuni osservatori occidentali, secondo cui il dibattito economico è stato infruttuoso, è fondata sulla loro ignoranza. Il dibattito ha offerto risultati sostanziali anche nel campo della pianificazione. All’elaborazione dei piani per il 1964-1965 hanno partecipato in modo più attivo i collettivi aziendali.
Tuttavia le possibilità di migliorare l’efficienza della produzione non si esauriscono con quanto è stato fatto. Negli ultimi tempi sulla stampa sovietica è ripresa la discussione sul problema della gestione economica e dell’utilizzazione di leve economiche quali i prezzi, il profitto e gli incentivi materiali. Quali sono i problemi concreti che impegnano gli economisti sovietici?
Le aziende industriali sono tuttora ostacolate da una molteplicità di indici imposti dall’alto. Una loro iniziativa può provocare la temporanea diminuzione del volume di produzione, il ritardo nell’incremento della produttività del lavoro o l’aumento dei costi di produzione. Ma poiché l’attività delle aziende viene oggi valutata e premiata in base alla dinamica di quegli indici, avviene a volte che nel tentativo di avvantaggiare l’economia nazionale l’azienda agisca per ciò stesso a proprio danno. Di conseguenza viene frenato l’impiego delle nuove tecniche e ostacolato lo sforzo di migliorare la produzione.
Per ovviare a tali deficienze, molti economisti sovietici propongono di valutare e di stimolare le aziende essenzialmente sulla base del profitto, quale indicatore generale di efficienza. Il profitto può agevolare la gestione pianificata dell’economia, ove nel fissare i prezzi dei prodotti industriali si tenga conto della loro qualità, ossia della loro efficienza di uso, sicurezza e durata. I prezzi dei prodotti obsoleti o meno efficienti devono essere diminuiti, in modo che il profitto e gli incentivi da esso derivanti siano maggiori per quelle aziende che operano attivamente per rinnovare la produzione e i metodi di lavorazione. Con tale sistema le aziende non avranno bisogno di ricevere indici qualitativi dall’alto, dal Gosplan o dal Consiglio dell’economia nazionale. Stimolata a ricercare un’alta redditività l’azienda stessa troverà nei suoi piani la migliore combinazione fra indici quantitativi e qualitativi. Diverrà allora più facile realizzare l’importante principio secondo cui ciò che è vantaggioso per la società deve esserlo anche per ogni singola azienda e per ogni singolo lavoratore.
Il sistema proposto non indebolisce affatto il principio pianificatore nell’economia sovietica, anzi lo rafforza. Gli organi centrali e repubblicani del piano vengono esonerati dalle inutili funzioni amministrative e possono concentrare la loro attenzione sui problemi più importanti del progresso tecnico. D’altra parte, l’azienda diventa da oggetto soggetto attivo nel processo di pianificazione.
Le aziende devono conoscere quali beni esse debbono produrre per l’economia nazionale. Ma gli obiettivi imperativi che esse ricevono debbono trasformarsi gradualmente in «ordinazioni» dello Stato, della rete di riferimento e smercio, del sistema commerciale. Le ordinazioni vengono assegnate a quelle aziende che si impegnano a soddisfarle nel modo migliore, con la garanzia di una qualità elevata dei prodotti e al prezzo più basso, se pur sufficientemente redditizio. Non sarà più lo Stato a dover collocare le ordinazioni, vincendo oltre a tutto la resistenza delle aziende.
Saranno le aziende a dover «rincorrere» le ordinazioni, spinte dal desiderio di assicurarsi il pieno carico degli impianti, la vendita del prodotto e, quindi, un’elevata redditività. Il carattere competitivo dell’organizzazione produttiva non deve essere eliminato soltanto perché da noi non v’è la concorrenza e l’anarchia capitalistica. L’emulazione socialista non deve comprendere soltanto gli sforzi individuali dei lavoratori, ma anche il lavoro dei collettivi aziendali. È questa la via per migliorare e al tempo stesso semplificare la pianificazione.
A che punto è l’attuazione di queste trasformazioni sostanziali della pianificazione? A giudicare dal carattere degli interventi sulla Pravda e sugli altri giornali centrali, oggi non esistono più obiezioni di principio.
Un dibattito non è tuttavia ancora sufficiente per la immediata applicazione di grandi riforme generali. I problemi sono troppo complessi e non possono essere risolti frettolosamente. Singole misure per migliorare gli incentivi materiali sono adottate sistematicamente. Vengono effettuati esperimenti economici con iniziative di ogni genere. Per esempio in molti settori e in alcune regioni economiche si sta procedendo all’impiego del nuovo indice del volume della produzione, il cosiddetto «costo normativo di lavorazione».
Un esperimento molto importante è in corso nell’industria dell’abbigliamento. Dal luglio del 1964 i complessi Bolscevička di Mosca e Majak di Gorki elaborano automaticamente i loro piani basandosi sulle condizioni dei magazzini ad esse collegati. Il lavoro viene valutato innanzitutto dal modo in cui i consumatori acquistano i prodotti e dall’unico indice qualitativo della redditività. Anche gli incentivi per i lavoratori di queste aziende si basano sugli utili e giungono fino al 50% degli stipendi. L’entità dei premi e le persone premiate sono lasciate alla discrezione della stessa azienda.
È stato proposto di effettuare esperimenti del genere su più vasta scala in Ucraina, nella regione economica di Lvov. Singoli esperimenti per stimolare i lavoratori sono in corso a Sverdlovsk nelle fabbriche Uralmasc e in una fabbrica di macchine utensili di Odessa.
Il dibattito economico continua. A un certo momento della discussione, quando diverrà evidente la necessità di un rinnovamento sostanziale del sistema di pianificazione occorrerà elaborazione un unico criterio generale che sia libero così dalle concezioni aziendalistiche come dalle stratificazioni soggettivistiche.
Novosti, 9 novembre 1964.
 
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