Archivio Ždanov

Discorso al V Congresso del Partito operaio unificato polacco, Leonid Brežnev

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 21/11/2013, 17:04

Advanced Member

Group:
Administrator
Posts:
1,394

Status:


Da L.I. Brežnev, La via leninista, vol. II, Editori Riuniti, 1974, pp. 301-312:


Discorso al V Congresso del Partito operaio unificato polacco*


Stimati delegati, cari compagni! È con viva soddisfazione che la nostra delegazione porta, a nome del Comitato centrale del PCUS, a nome di tredici milioni e cinquecento mila comunisti sovietici, un caloroso fraterno saluto al V Congresso del Partito operaio unificato polacco, a tutti i comunisti polacchi. Auguriamo al vostro congresso proficuo e fecondo lavoro.
Noi, vostri amici e compagni, ci rallegriamo di tutto cuore del fatto che il Partito operaio unificato polacco sia giunto al suo V Congresso con ottimi risultati in tutti i settori dell’edificazione socialista. I successi eccezionali della Polonia popolare sono il risultato di un grande e tenace lavoro della classe operaia, dei contadini, degli intellettuali polacchi, il risultato di un immenso lavoro politico ed organizzativo del Partito operaio unificato polacco e del suo Comitato centrale.
L’esperienza del POUP, la sua attività sia all’interno del paese che nell’arena internazionale rappresenta un contributo sostanziale all’esperienza internazionale dei comunisti. Perciò il rapporto d’attività del Comitato centrale e i documenti congressuali hanno per noi tutti un grande interesse.
Molti paesi del socialismo affrontano oggi compiti analoghi sulla via del loro ulteriore sviluppo. L’utilizzazione creativa delle rispettive esperienze, la collaborazione, l’appoggio reciproco, l’unificazione degli sforzi nei settori decisivi aiutano i partiti e i paesi fratelli ad avanzare più rapidamente verso la nostra grande mèta.
Noi viviamo, compagni, in un’epoca complessa e ricca di tumultuosi avvenimenti. Il processo rivoluzionario mondiale si sviluppa irresistibilmente e al suo centro vi è la lotta dei due principali sistemi sociali del nostro secolo, quello socialista e quello capitalista.
Molto è già stato da noi realizzato nel corso di questa lotta su scala mondiale. È sorto, si è affermato e ha difeso il suo diritto all’esistenza il sistema socialista mondiale. L’economia dei paesi socialisti si sviluppa, il loro potenziale difensivo si rafforza, si perfezionano i rapporti sociali, migliora la vita dei lavoratori. Al tempo stesso si approfondisce la collaborazione fra i paesi del socialismo, si consolida la nostra alleanza con le forze rivoluzionarie in tutto il mondo. Il rapporto di forze continua a cambiare a favore del socialismo e dei suoi alleati.
La potenza del campo socialista è attualmente tale che gli imperialisti temono una disfatta militare nel caso di uno scontro diretto, che non va escluso. Occorre però rilevare che, nelle nuove condizioni, gli imperialisti usano sempre più frequentemente un’altra tattica, più perfida. Essi cercano gli anelli deboli del fronte socialista, puntano su un lavoro ideologico eversivo al suo interno, tentano di influire sullo sviluppo economico di questi paesi, di seminare zizzania, di introdurre delle fratture fra di essi, di incoraggiare e di fomentare i sentimenti e le tendenze nazionalistiche; mirano ad isolare singoli Stati socialisti per prenderli poi alla gola uno per uno. Insomma, l’imperialismo tenta di minare la saldezza del socialismo proprio in quanto sistema mondiale.
L’esperienza dello sviluppo e della lotta che si è avuta negli ultimi anni nei paesi socialisti in queste nuove condizioni, compresa la recente galvanizzazione delle forze ostili al socialismo in Cecoslovacchia, ricorda con nuovo vigore ai comunisti dei paesi socialisti quanto sia importante non dimenticare nemmeno per un istante talune importantissime verità confermate dalla storia.
Se non vogliamo veder rallentata la nostra avanzata sulla via dell’edificazione socialista e comunista, se non vogliamo veder indebolite le nostre posizioni comuni nella lotta contro l’imperialismo, dobbiamo salvaguardare sempre ed ovunque, durante la soluzione di qualsiasi problema della nostra politica interna ed estera, la fedeltà incrollabile ai princìpi del marxismo-leninismo, valutare da chiare posizioni di partito e di classe tutti i fenomeni sociali, opponendoci decisamente all’imperialismo sul piano ideologico, senza fare alcuna concessione all’ideologia borghese.
È proprio sulla base dei princìpi del marxismo-leninismo che si sono conseguiti immensi successi nello sviluppo sociale, politico, economico e culturale nei nostri paesi, successi che non hanno precedenti nella storia.
Nel tentativo di compromettere il socialismo, gli ideologi della borghesia speculano sulle difficoltà e gli errori nello sviluppo di questo o quel paese socialista. Che cosa possiamo dire in proposito? Sì, difficoltà ce ne sono state, ce ne sono e probabilmente ce ne saranno anche in futuro e saranno diverse a seconda delle diverse tappe del nostro cammino in avanti.
Alcune di esse hanno un carattere oggettivo, condizionato da fattori storici, naturali ed altri. Altre hanno un carattere soggettivo, dovute al fatto che non sempre è stata data una soluzione del tutto rispondente a questo o a quell’aspetto dello sviluppo, o al fatto che non si riesce ancora ad utilizzare in pieno tutte le possibilità che oggettivamente l’ordinamento socialista mette a disposizione dell’uomo.
Il problema è come reagire alle difficoltà e agli errori commessi.
Gli esponenti di tendenze piccolo-borghesi, di fronte alle difficoltà, si abbandonano all’isterismo e incominciano a dubitare di tutto. Mentre i revisionisti, di fronte alle difficoltà che sorgono, sono pronti a negare il valore di tutte le realizzazioni già conseguite, a rinunciare a quanto è stato conquistato, a cedere su tutte le posizioni di principio.
I veri comunisti invece intraprendono con sicurezza una strada che porti più avanti, ricercano le migliori soluzioni, facendo leva sulle conquiste socialiste. Essi riconoscono apertamente gli errori commessi in questa o quella direzione, li analizzano e li correggono per rafforzare ancora di più le posizioni del socialismo, per non concedere ai nemici del socialismo neanche una briciola di quello che è stato già conquistato con gli sforzi e con la lotta delle masse popolari. Dunque, possiamo affermare con sicurezza che se un partito poggia saldamente sulle posizioni comuniste, se è fedele al marxismo-leninismo, tutte le difficoltà potranno essere superate.
L’esperienza dimostra in modo convincente quale importanza eccezionale, direi decisiva, abbia ai fini della costruzione vittoriosa del socialismo il continuo consolidamento del ruolo dirigente del partito comunista come la forza più avanzata, come la forza di orientamento, di organizzazione, di stimolo di tutto lo sviluppo sociale nelle condizioni del socialismo.
Un partito armato della teoria marxista-leninista e rispettoso della volontà della classe operaia e di tutti i lavoratori è una forza decisiva nella lotta per il socialismo e il comunismo. Al tempo stesso, rappresenta la migliore garanzia che, nello sviluppo della società socialista, saranno pienamente salvaguardati gli interessi di tutte le classi lavoratrici in armonia con quelli degli altri strati sociali.
Non a caso i nemici del socialismo scelgono sempre quale primo bersaglio dei loro attacchi proprio il partito comunista. Non a caso i revisionisti di ogni tipo, portatori dell’influenza borghese in seno al movimento operaio, cercano sempre di indebolire il partito, di minarne la base organizzativa, cioè il principio leninista del centralismo democratico, puntando sull’indebolimento della disciplina di partito. Non a caso essi diffondono «teorie» secondo cui il partito deve «scindere le sue responsabilità» dalla direzione dello sviluppo della società nel campo dell’economia, della vita statale, della cultura, ecc., il che farebbe molto comodo a chi sogna di far marciare a ritroso, in direzione del capitalismo, lo sviluppo dell’intera società socialista.
Nelle attuali condizioni acquista un’importanza sempre maggiore un aspetto così importante dell’attività del partito come il suo lavoro ideologico; la formazione di una concezione del mondo propria dell’uomo della società socialista e comunista, la rinuncia all’ideologia borghese.
Da tutto ciò i comunisti dell’Unione Sovietica ― e, noi ne siamo certi, anche i comunisti degli altri paesi fratelli ― traggono una chiara conclusione: bisogna consolidare con tutte le forze l’unità e la compattezza del partito, accrescerne al massimo il ruolo dirigente nello sviluppo della società, perfezionare la sua attività in tutte le direzioni.
L’esperienza della lotta e la valutazione realistica della situazione venutasi a creare nel mondo dimostrano con tutta evidenza che per i comunisti dei paesi socialisti è vitalmente indispensabile portare alta la bandiera dell’internazionalismo socialista, rafforzare costantemente la coesione e la solidarietà fra i paesi socialisti. In ciò risiede una delle premesse principali della costruzione vittoriosa del socialismo e del comunismo in ciascuno dei nostri paesi e della lotta vittoriosa del sistema mondiale del socialismo contro l’imperialismo.
La difesa di ogni paese socialista, lo sviluppo della sua economia, della scienza e della cultura, richiedono la più larga collaborazione fra i paesi fratelli, il massimo sviluppo dei vari legami reciproci, un autentico internazionalismo.
L’obiettivo principale dell’imperialismo è la divisione dei paesi socialisti, l’indebolimento della nostra unità. La solidarietà dei nostri paesi è un colpo a queste speranze del nemico. E questa solidarietà sta riportando magnifiche vittorie. Ne è un esempio il Vietnam, la cui lunga eroica lotta contro le forze armate della maggiore potenza imperialistica sarebbe stata impossibile senza un attivo ed efficace aiuto dell’Unione Sovietica, della Polonia e degli altri paesi socialisti. La grande vittoria riportata recentemente dal popolo vietnamita, che ha costretto i dirigenti degli USA a cessare i bombardamenti e le altre azioni militari contro l’intero territorio della Repubblica democratica del Vietnam, costituisce al tempo stesso, come rilevano gli stessi amici vietnamiti, una grande vittoria del campo socialista e di tutte le forze della pace del mondo. Testimonianza della nostra solidarietà è anche la Repubblica democratica tedesca. È chiaro a tutti che la costruzione vittoriosa del socialismo nelle complesse condizioni in cui si trova questo paese è indissolubilmente legata all’attivo appoggio e alla solidarietà degli altri paesi socialisti, alla larga collaborazione economica, alla nostra alleanza militare, così come è immenso il peso della solidarietà socialista per la costruzione del socialismo anche negli altri paesi.
Gli Stati socialisti sostengono il rigoroso rispetto della sovranità di tutti i paesi. Noi ci schieriamo risolutamente contro l’intervento negli affari interni di qualsiasi Stato, contro la violazione della sua sovranità.
Per noi comunisti è di particolare importanza l’affermazione e la difesa della sovranità degli Stati che si sono avviati sulla via della costruzione del socialismo. Le forze dell’imperialismo e della reazione mirano a privare il popolo di questo o quel paese socialista del diritto sovrano di assicurare la prosperità, il benessere e la felicità delle larghe masse lavoratrici, costruendo una società libera da ogni oppressione e dallo sfruttamento. E quando gli attentati a questo diritto incontrano una risposta risoluta del campo socialista, i propagandisti borghesi si mettono a gridare sulla necessità della «difesa della sovranità» e del «non intervento». È chiaro che si tratta di un vero e proprio inganno, di pura demagogia. In realtà essi si preoccupano non della difesa della sovranità socialista, ma della sua soppressione.
È ben noto che l’Unione sovietica ha fatto non poco per l’effettivo rafforzamento della sovranità e dell’indipendenza dei paesi socialisti. Il PCUS ha sempre auspicato che ciascun paese socialista determini le forme concrete del proprio sviluppo sulla via del socialismo, tenendo pienamente conto delle peculiarità delle proprie condizioni nazionali. Ma è noto, compagni, che esistono anche le leggi generali dell’edificazione socialista, l’allontanamento dalle quali potrebbe portare all’allontanamento dal socialismo in quanto tale. E quando le forze interne o esterne ostili al socialismo cercano di imprimere ad un paese socialista un orientamento verso la restaurazione degli ordinamenti capitalistici, quando sorge una minaccia alla causa del socialismo in questo paese, una minaccia alla sicurezza della comunità socialista nel suo insieme, ciò diviene non soltanto un problema del popolo di quel paese, ma anche un problema comune a noi tutti, oggetto di preoccupazione di tutti i paesi socialisti.
È comprensibile che un’azione quale l’aiuto militare ad un paese fratello per stroncare la minaccia all’ordinamento socialista è una misura straordinaria, forzata, che può essere provocata soltanto da azioni palesi dei nemici del socialismo al suo interno e oltre i suoi confini, dalle azioni che costituiscono una minaccia agli interessi generali del campo del socialismo.
L’esperienza dice che la vittoria degli ordinamenti socialisti in questo o quel paese può essere considerata nelle attuali condizioni come definitiva e la restaurazione del capitalismo può essere esclusa solo nel caso in cui il partito comunista, quale forza dirigente della società, applichi fermamente una politica marxista-leninista nello sviluppo di tutti i settori della vita sociale, solo nel caso in cui il partito rafforzi instancabilmente il potenziale difensivo del paese, la difesa delle sue conquiste rivoluzionarie, se si impegna, insieme a tutto il popolo, nella vigilanza nei confronti del nemico di classe, mantiene viva l’intransigenza verso l’ideologia borghese; solo nel caso in cui si rispetta rigorosamente il principio dell’internazionalismo socialista, e si rafforzano l’unità e la solidarietà fraterna con gli altri paesi socialisti.
Si può dire con sicurezza che la politica seguita dal Partito operaio unificato polacco è un buon esempio di applicazione di una linea di principio, marxista-leninista, di fedeltà ai princìpi dell’internazionalismo socialista.
Compagni! L’imperialismo mondiale, soprattutto gli imperialisti USA e i loro principali alleati in Europa, cioè i circoli dirigenti della RFT, persistono nella loro politica aggressiva, compiono numerosi passi che portano a peggiorare il clima internazionale.
Gli imperialisti creano focolai di tensione in varie regioni del mondo, intensificano la corsa agli armamenti, mirano a far tornare il mondo ai tempi della «guerra fredda». Nella RFT si fomentano apertamente gli stati d’animo revanscisti che minacciano la pace e la sicurezza dei popoli europei.
A questa linea politica aggressiva, reazionaria i paesi della comunità socialista contrappongono una propria politica, pacifica e realistica, ma intransigente verso gli oppressori e i revanscisti. Questa politica è volta a prestare un deciso appoggio di classe alle forze rivoluzionarie, alle forze del socialismo e del progresso in tutto il mondo. Al tempo stesso questa politica sostiene i princìpi della coesistenza pacifica, auspica la rinuncia ai tentativi di soluzione con la forza delle armi delle questioni riguardanti i rapporti fra i due sistemi sociali contrapposti, tende conseguentemente ad attenuare la tensione internazionale.
Nella nostra lotta per la pace e la sicurezza dei popoli, per la collaborazione reciprocamente vantaggiosa fra gli Stati a diverso ordinamento sociale, noi registriamo importanti successi, particolarmente se i paesi socialisti intervengono in un fronte unico, compatto.
Ma la situazione mondiale richiede da parte nostra un’elevata vigilanza nei confronti del nostro avversario di classe. Perciò ha una grande importanza il lavoro che stanno compiendo oggi gli Stati del Trattato di Varsavia in risposta ai preparativi militari della NATO, nell’intento di rafforzare e di perfezionare il meccanismo militare della alleanza fra i paesi fratelli.
Sappiano coloro che sono inclini a dimenticare le lezioni della storia e coloro che vorrebbero rifare di nuovo la carta dell’Europa: i confini della Polonia, della RDT, della Cecoslovacchia, come pure di qualsiasi altro paese membro del Trattato di Varsavia, sono incrollabili e intangibili e sono difesi da tutta la potenza armata della comunità socialista. Consigliamo a tutti coloro che amano attentare alle frontiere altrui di ricordarsene sempre!
Compagni, i compiti posti dall’ulteriore sviluppo dell’economia della comunità socialista nelle condizioni della rivoluzione tecnico-scientifica richiedono che si affrontino concretamente i problemi dell’allargamento e perfezionamento dei legami economici fra i nostri paesi. Questi problemi, giunti ormai a maturazione, dovranno essere esaminati al più presto in una conferenza dei dirigenti dei partiti e dei governi dei paesi socialisti membri del Consiglio di mutua assistenza economica.
Una più profonda divisione socialista internazionale del lavoro, la cooperazione e la specializzazione della produzione permetteranno di far valere in modo sempre più efficace i vantaggi del socialismo, di far progredire ancor più rapidamente l’economia nazionale di ciascuno dei nostri paesi, di conseguire nuovi successi nella competizione economica con il capitalismo.
Compagni! Le idee del comunismo predominano nel nostro secolo. La propaganda borghese non si è forse mai occupata così attivamente dei problemi del comunismo come ai nostri giorni. È evidente che la borghesia teme l’ulteriore estendersi del movimento comunista, il quale ha già ottenuto uno sviluppo mondiale, ha riportato importanti vittorie e, facendo trionfare il socialismo in paesi di tre continenti, ha dimostrato di saper realizzare nella pratica i suoi princìpi e i suoi ideali.
Le imponenti battaglie che la classe operaia conduce nei paesi capitalistici dimostrano che anche là dove essa e la sua avanguardia rivoluzionaria intensificano l’offensiva contro il capitalismo rappresentano l’esercito della rivoluzione socialista.
Operando in difficili condizioni, agendo non di rado nella clandestinità e fatti segno alla persecuzione e al terrore, i partiti comunisti ed operai dei paesi capitalistici stanno conducendo una dura lotta per la causa della classe operaia, di tutto il popolo lavoratore. Molti di essi sono diventati una notevole forza politica. Essi rafforzano attivamente i legami con le masse, diffondendo le idee del socialismo scientifico, le idee della rivoluzione.
Nel mondo si estendono le fila degli alleati della classe operaia nella lotta contro l’imperialismo. Ciò fa avvicinare l’ora dell’emancipazione sociale e nazionale dei popoli oppressi. Al tempo stesso, altri strati della popolazione, che pur partecipano insieme alla classe operaia al movimento rivoluzionario, vi apportano proprie concezioni e idee che si distinguono dall’ideologia proletaria e alimentano a volte l’opportunismo di destra e l’avventurismo «di sinistra» in singoli distaccamenti del movimento comunista.
Sarebbe sbagliato sottovalutare il pericolo e il danno di tali correnti. È noto che i revisionisti sia di destra che «di sinistra», nonostante la loro apparente differenza di posizione, collimano nell’essenziale: sia gli uni che gli altri travisano la teoria leninista della rivoluzione socialista, sminuiscono il ruolo della classe operaia e della sua avanguardia ― il partito marxista-leninista ― nella rivoluzione socialista e nell’edificazione socialista. Sia gli uni che gli altri si allontanano dai princìpi dell’internazionalismo proletario, indebolendo così la lotta contro l’imperialismo, frenando lo sviluppo del processo rivoluzionario. Per gli uni e per gli altri è caratteristica la chiusura nazionalistica nella valutazione di importanti problemi della lotta rivoluzionaria, che si trasforma a volte in autentico sciovinismo. A quali limiti possano giungere i revisionisti che agiscono sotto la copertura di una fraseologia di sinistra è mostrato dalla politica del gruppo di Mao Tse-tung.
S’intende, tutte queste deformazioni sono profondamente estranee ai veri comunisti, fedeli al marxismo-leninismo. Una importante fonte di forza del movimento comunista è stata sempre l’internazionalismo. Gli interessi della classe operaia e della sua lotta, come insegnava V. I. Lenin, richiedono la completa solidarietà e la più stretta unità degli operai di tutti i paesi, esigono che sia respinta la politica nazionalistica, e la coesione dei comunisti nella lotta in difesa della dottrina rivoluzionaria di Marx-Lenin, nostra efficace arma ideologica.
All’interno di partiti comunisti che operano in condizioni diverse possono manifestarsi atteggiamenti differenti verso questi o quei problemi e sarebbe da parte nostra sbagliato non tener conto di queste divergenze su singole questioni. Talune di esse sono, a nostro avviso, di carattere assolutamente temporaneo e scompariranno man mano che l’evolversi degli avvenimenti arrecherà chiarezza nella sostanza delle questioni controverse. Altre possono, evidentemente, risultare più durature, ma non debbono, a nostro parere, ostacolare la lotta contro il nemico comune.
L’essenziale è che anche in presenza di divergenze su questa o quella questione i partiti comunisti ed operai cerchino vie e mezzi per sviluppare i legami internazionali, aspirino a rafforzare l’unità delle loro file sulla base del marxismo-leninismo. Da parte nostra abbiamo sempre ritenuto utile uno scambio amichevole di opinioni e siamo pronti ad esaminare francamente le questioni che sorgono fra i partiti fratelli, e siamo certi che proprio rafforzando i nostri legami e la nostra collaborazione è possibile risolvere i problemi che sorgono, nell’interesse dell’unità del movimento comunista internazionale. E ciò è naturale, poiché abbiamo una base ideologica comune: il marxismo-leninismo; un nemico comune: l’imperialismo; una mèta comune: la vittoria del comunismo.
È alla luce di tutto ciò che valutiamo anche i preparativi di una nuova conferenza internazionale dei partiti comunisti ed operai. Apprezzando molto il ruolo dei consessi internazionali dei movimenti comunisti, il nostro partito si pronuncia, insieme ad altri partiti fratelli, a favore della convocazione in un prossimo futuro di una nuova conferenza per il cui successo il Partito comunista dell’Unione Sovietica farà tutto quanto è in suo potere.
L’attuale situazione richiede una maggiore coesione dei partiti fratelli per lanciare un’offensiva ancor più potente contro l’imperialismo, nel rinnovato impegno contenuto nella parola d’ordine immortale del nostro movimento: «Proletari di tutti i paesi, unitevi!».
Compagni! Noi seguiamo con vivo interesse il modo in cui i comunisti polacchi presentano nel loro congresso i problemi dello sviluppo della società socialista. Noi sappiamo bene, sulla base dell’esperienza della costruzione del socialismo nell’Unione Sovietica, quanto sia importante considerare questi problemi in tutta la loro complessità e specificità.
Con l’eroico lavoro di questi anni i sovietici, stretti attorno al partito di Lenin, hanno creato nel nostro paese un’economia moderna che per il volume della sua produzione si è piazzata già da tempo al secondo posto nel mondo, e per una serie di importanti settori anche al primo. I risultati dei primi tre anni del piano quinquennale dimostrano che gli attuali obiettivi economici si realizzano da noi con successo sia nell’industria che nell’agricoltura; si superano i previsti ritmi di incremento della produzione industriale; sono stati attuati importanti provvedimenti per l’elevamento del tenore di vita dei lavoratori. Nel nostro paese gli operai, i contadini, gli intellettuali lavorano con grande entusiasmo, il che permette un continuo rafforzamento dell’unità morale e politica della società sovietica, la sua coesione intorno al partito.
Noi siamo fieri dei successi conseguiti, ma comprendiamo come in una concreta società socialista che si sviluppa non possa esservi una situazione in cui siano risolte tutte le questioni e non ci si debba ripromettere di migliorare ancora. La costruzione del socialismo e del comunismo ha una propria dialettica: il corso stesso dello sviluppo pone sempre nuovi compiti; quanto più alto è il livello raggiunto, tanto più elevate le esigenze nei confronti del partito, dello Stato, di tutti i lavoratori per assicurare un funzionamento preciso e organizzato del complesso meccanismo della vita economica e sociale del paese.
Ecco perché il nostro partito attribuisce grande importanza all’elaborazione scientifica della sua politica verso tutti i settori della vita del paese. Noi dedichiamo grande attenzione al perfezionamento dei metodi di conduzione dell’economia, di pianificazione e di gestione; all’introduzione su vasta scala delle realizzazioni della scienza e della tecnica in tutti i settori dell’economia. Fonte di forza e di ulteriore sviluppo dell’economia sovietica diventano non solo l’aumento numerico delle aziende e la valorizzazione di nuove terre, ma, in misura sempre maggiore, l’aumento dell’efficienza della produzione sociale, l’incremento incessante della produttività del lavoro, l’accrescimento della fertilità del suolo, il miglioramento della qualità dei prodotti.
Nel mondo si sviluppa una rivoluzione tecnico-scientifica senza precedenti, per i suoi ritmi e per le sue proporzioni. E a chi, se non a noi comunisti, che abbiamo compiuto una grandiosa rivoluzione sociale, spetta di essere in prima linea per quanto riguarda le trasformazioni rivoluzionarie della scienza e della tecnica? Il Partito comunista dell’Unione Sovietica ritiene che oggi uno dei nostri compiti più importanti sia quello di accelerare il progresso tecnico-scientifico, di armare i lavoratori delle cognizioni tecnico-scientifiche moderne, di applicare il più rapidamente possibile nella vita i risultati delle scoperte scientifiche. Ciò permetterà di utilizzare in modo più completo l’immenso potenziale creativo della nostra società socialista, accelererà sensibilmente la creazione della base materiale e tecnica del comunismo.
La nostra stessa società ha subìto grossi cambiamenti. Sono mutati la sua composizione sociale e i rapporti fra le classi. È mutata anche la fisionomia spirituale degli uomini che la formano. Le possibilità della nostra società si sviluppano a ritmi rapidi, ma a ritmi altrettanto rapidi si accrescono le sue esigenze.
È necessario che lo sviluppo della vita politica della società sia adeguato a questi processi. Noi attribuiamo importanza decisiva all’ulteriore elevamento del ruolo dirigente del partito. Il perfezionamento dell’opera di direzione del partito è necessario per risolvere con successo i grandiosi compiti che il popolo sovietico, costruttore del comunismo, si è posti.
L’elevamento del ruolo dirigente del partito non presuppone la sostituzione del ruolo dei soviet o degli organismi economici, o dei sindacati e delle altre organizzazioni di massa dei lavoratori, ma, al contrario, deve assicurare la massima attivizzazione di tutti i settori della vita sociale, migliorarne il lavoro, accrescerne il grado di responsabilità.
Il nostro partito applica coerentemente una linea intesa a sviluppare ulteriormente la democrazia socialista. Noi comunisti siamo fautori della vera democrazia e non concepiamo senza di essa un movimento in avanti. Noi per democrazia intendiamo l’inserimento di larghissime masse lavoratrici nella vita sociale e politica, la creazione di condizioni in cui esse partecipino effettivamente alla direzione della società e dello Stato e sviluppiamo e svilupperemo in tutti i modi una tale democrazia.
Compagni, è per noi fonte di ispirazione la consapevolezza che i successi del popolo sovietico nell’edificazione del comunismo, così come pure i successi di tutti i popoli incamminatisi sulla via del socialismo, moltiplicano le forze dei combattenti per la libertà, la pace e il progresso sociale in tutto il mondo.
Noi vediamo la grandiosità e la mole dei compiti che ci stanno di fronte e cerchiamo continuamente le vie più sicure per risolverli. È pensando a ciò che il popolo sovietico si appresta a festeggiare il centenario della nascita del fondatore del nostro partito e dello Stato sovietico, Vladimir Ilič Lenin.
Cari compagni polacchi! I nostri partiti e i nostri popoli hanno percorso insieme un grande e glorioso cammino. In stretto contatto, uniti, i popoli della Polonia e dell’Unione Sovietica stanno edificando una nuova società e collaborano efficacemente su vasta scala in tutti i settori della vita sociale, economica e politica.
Il nostro partito apprezza molto il contributo che i comunisti polacchi hanno dato alla causa del rafforzamento dell’amicizia dei popoli dell’Unione Sovietica e della Repubblica popolare polacca. Quello che è stato raggiunto da noi in questo campo è il risultato della fiducia sincera fra i nostri partiti e popoli, è il risultato dell’applicazione pratica dei princìpi dell’internazionalismo socialista, è l’internazionalismo stesso.
In stretta alleanza con i partiti e popoli degli altri paesi fratelli i comunisti e i lavoratori della Polonia e dell’Unione Sovietica procedono sul glorioso cammino della lotta per la realizzazione dei grandi ideali del comunismo. Nei giorni del vostro congresso, alla vigilia del ventennale del Partito operaio unificato polacco e del cinquantenario della fondazione del Partito comunista polacco i comunisti dell’Unione Sovietica augurano di tutto cuore a voi compagni nuovi successi, nuove grandi vittorie nella costruzione della Polonia socialista.
Viva il Partito operaio unificato polacco, avanguardia dei lavoratori della Polonia, che guida il paese sulla via del socialismo!
Viva e prosperi l’amicizia indistruttibile dei popoli della Polonia e dell’Unione Sovietica!
Viva il comunismo!

* Varsavia, 12 novembre 1968.

Edited by Andrej Zdanov - 10/11/2014, 15:43
 
Web  Top
0 replies since 21/11/2013, 17:04   163 views
  Share