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Conversazione del comp. L.I. Brežnev con il comp. A.S. Dubček, 13 agosto 1968

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view post Posted on 21/7/2013, 23:39

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Beseda tov. L.I. Brežneva s tov. A.S. Dubčekom. 13 avgusta 1968 goda, www.fas.harvard.edu/~hpcws/Besedy.pdf#pagemode=thumbs:


Conversazione del comp. L.I. Brežnev con il comp. A.S. Dubček

13 agosto 1968


Inizio della conversazione: 17.35;
fine della conversazione: 18.55


Leonid Il’ič Brežnev: Aleksandr Stepanovič, ho urgente necessitŕ di parlarti. Ti ho telefonato stamattina presto, poi nel pomeriggio, ma tu eri sempre a Karlovy Vary, poi mi hai telefonato tu, ma in quel momento ero a un colloquio con i compagni. Ora sono tornato e mi hanno detto che da voi č in corso il presidium, quindi dimmi se ti disturbo troppo con questa telefonata.
Aleksandr Stepanovič Dubček: No, si figuri, i compagni mi avevano avvertito che voleva parlarmi. Sono appena tornato da Karlovy Vary. Abbiamo avuto un incontro con il compagno Ulbricht.
Brežnev: Come č andato l’incontro?
Dubček: Penso che sia andato bene. Il compagno Ulbricht e i compagni che erano con lui sono tornati oggi nella Ddr, li ho appena accompagnati.
Brežnev: Abbiamo poco tempo, consentimi perciň di venire subito al dunque. Ancora una volta mi rivolgo a te con inquietudine a proposito dei mass media del tuo paese che non solo informano in modo non corretto circa i nostri incontri a Čierna nad Tisou e Bratislava, ma intensificano gli attacchi contro le forze sane, diffondono l’antisovietismo e le idee antisocialiste. D’altronde, qui non si tratta di aggressioni isolate, ma di una campagna organizzata e, a giudicare dal contenuto dei materiali, questi organi di stampa fungono da portavoce delle forze antisocialiste di destra. Al Politbjuro ci siamo scambiati le opinioni e siamo tutti arrivati alla conclusione che ci sono tutte le condizioni per considerare la situazione in corso come violazione dell’accordo raggiunto a Čierna nad Tisou. Mi riferisco all’accordo intercorso tra noi due nel dialogo a quattr’occhi, cosě come all’accordo che abbiamo raggiunto durante gli incontri quattro a quattro e all’accordo che ha avuto luogo tra il Politbjuro del nostro partito e il presidium del Comitato centrale del vostro partito.
Dubček: Le ho giŕ detto quali misure stiamo assumendo per porre fine alle manifestazioni antisovietiche e antisocialiste dei mass media. Le ho giŕ detto quali misure intendiamo prendere e secondo quale ordine le eseguiremo. Ma giŕ allora le avevo detto che non sarebbe stato possibile farlo in un giorno. Ci occorre tempo per mettere tutto in atto. Non possiamo riportare l’ordine nel lavoro dei mass media in due-tre giorni.
Brežnev: Č vero, Saša, e noi vi avevamo avvisati giŕ allora che le forze di destra difficilmente avrebbero abbandonato le loro posizioni e che, ovviamente, non sarebbe stato possibile realizzarlo in due-tre giorni, ma sono passati molto piů di due-tre giorni, e il successo del vostro lavoro in questa direzione dipende da quanto siano risolute le misure che prenderete per il ripristino dell’ordine nei mass media. Certamente, se la direzione del Pcc e il governo della Repubblica socialista cecoslovacca proseguiranno ad attuare una politica di non interferenza, questi processi andranno avanti, non č possibile venirne a capo con una politica di non interferenza. Sono indispensabili misure concrete. Ci siamo giŕ accordati concretamente sulla responsabilitŕ di Pelikán in questa situazione e sul fatto che occorre assolutamente rimuovere Pelikán. Questo sarŕ il primo passo per ristabilire l’ordine nei mass media.
Dubček: Leonid Il’ěč, di tali questioni ci siamo occupati e continuiamo ad occuparci. Al compagno Černík ho detto quali misure occorre prendere e al compagno Lenárt ho assegnato il compito di prendere tutte le misure necessarie. Per quanto č a mia conoscenza negli ultimi tempi non ci sono stati attacchi contro il Pcus, contro l’Unione sovietica e contro i paesi socialisti.
Brežnev: Come puoi dire cosě quando tutti giornali, nessuno escluso (Literární listy, Mladá fronta, Reportér, Práce) pubblicano ogni giorno articoli antisovietici e contro il partito.
Dubček: Questo avveniva prima di Bratislava. Dopo Bratislava non si č piů verificato.
Brežnev: Come puoi dire solo prima di Bratislava? Ma se l’8 agosto Literární listy ha pubblicato l’articolo Da Varsavia a Bratislava che č un vero e proprio attacco ostile contro il Pcus, l’Urss e contro tutti i paesi socialisti fratelli. E l’8 agosto č giŕ dopo Bratislava.
Dubček: Questo č un caso isolato. Non ne conosco altri. Gli altri sono apparsi prima di Bratislava. Ora prenderemo le misure contro questo articolo.
Brežnev: Non sono d’accordo, Saša. Negli ultimi due-tre giorni i quotidiani che ho citato prima hanno perseverato nella pubblicazione di materiali a carattere diffamatorio all’indirizzo dell’Unione sovietica e degli altri paesi fratelli. I miei compagni del Politbjuro insistono affinché vi venga inviata da parte nostra una relazione urgente a questo proposito, una nota diplomatica, e non posso contrastare la decisione dei compagni rispetto a questa nota. Volevo perň, prima che ti venga inviata la nota a questo proposito, parlare privatamente con te.
Dubček: C’č stata una riunione con i lavoratori della stampa. In quella sede sono state giudicate scorrette le azioni dei giornalisti di quelle testate di cui parlava prima ed č stata presa la decisione di far cessare gli interventi polemici.
Brežnev: Saša, il punto non č se c’č stata o meno la riunione dei lavoratori della stampa. I nostri accordi non riguardavano una riunione. Noi ci eravamo accordati sul fatto che tutti i mass media (stampa, radio e televisione) sarebbero stati messi sotto il controllo del Comitato centrale del Pcc e del governo, e che dopo Bratislava sarebbero cessate tutte le pubblicazioni antisovietiche e antisocialiste. Noi, da parte nostra, in Unione sovietica ci atteniamo esclusivamente a questi accordi e non diamo adito a nessun tipo di polemica. Per quanto riguarda invece i mass media cecoslovacchi, stanno proseguendo senza ostacoli ad attaccare il Pcus, l’Unione sovietica e sono arrivati al punto di attaccare i dirigenti del nostro partito. C’č giŕ chi ci ha definito stalinisti e cose simili. A che gioco stiamo giocando, rispondi!
Dubček: [Tace].
Brežnev: Penso che sia giusto dirti che per ora non vediamo nessuna iniziativa da parte del presidium del Comitato centrale per la messa in pratica degli impegni assunti a questo proposito. Ti devo dire sinceramente, Saša, che l’eccessivo ritardo nella realizzazione degli impegni rappresenta di fatto nient’altro che un vero inganno e un autentico sabotaggio delle decisioni prese di comune accordo. Questo atteggiamento nei confronti degli impegni presi crea una nuova situazione e ci spinge a valutare in modo diverso la vostra dichiarazione. E contestualmente a prendere nuove decisioni autonome che possano difendere sia il Pcc che le ragioni del socialismo in Cecoslovacchia.
Dubček: Vorrei soltanto dirle, compagno Brežnev, che stiamo lavorando in questa direzione. Se lei potesse essere qui tra noi potrebbe vedere con quale sforzo stiamo lavorando in questo senso. Ma č una questione delicata e non possiamo risolverla in due-tre giorni come le ho giŕ detto. Abbiamo bisogno di tempo.
Brežnev: Io invece ti devo dire, Aleksandr Stepanovič, che nemmeno noi possiamo sopportare a lungo e che non dovreste costringerci ad aprire una polemica con i vostri mass media e a rispondere a tutti gli articoli e le azioni che vengono consentite ora in Cecoslovacchia contro il nostro paese, contro il nostro partito, contro tutti i partiti socialisti fratelli.
Durante le trattative non vi abbiamo obbligati ad acconsentire a nulla. Avete preso autonomamente l’impegno di riportare l’ordine nei mass media. E una promessa va mantenuta. Va bene, forse posso essere d’accordo con te che per rimettere ordine in questo settore ci sia bisogno di tempo. Ma come pensate di risolvere la questione dei quadri? Va detto che anche in questo senso abbiamo concordato un patto preciso e precisi limiti di tempo per la sua realizzazione.
Dubček: Vorrei solo dirle, compagno Brežnev, che si tratta di questioni estremamente delicate e non č possibile risolverle cosě come crede lei.
Brežnev: Capisco che si tratta di questioni delicate. Chiedo solo che siano risolte cosě come abbiamo concordato a Čierna nad Tisou. Quanto fosse complicata la risoluzione di tali questioni era chiaro anche a voi, a Černík, a Smrkovský, a Svoboda quando ci siamo incontrati quattro a quattro. Ma all’epoca voi, con molta semplicitŕ e in piena autonomia, senza nessuna costrizione da parte nostra, avete tirato fuori tali questioni e avete promesso di risolverle nel piů breve tempo possibile.
Dubček: Le ho giŕ detto, compagno Brežnev, che č una questione delicata, per risolvere la quale serve convocare il plenum. Ma per riunirlo e risolvere la questione č necessaria la debita preparazione. Mi devo consigliare con i compagni su come risolvere al meglio tale questione.
Brežnev: Ma all’epoca, a Čierna nad Tisou, erano presenti tutti i vostri compagni e non penso che lei abbia preso tutti quegli impegni senza prima consultarvi tra di voi. Gli impegni li abbiamo stipulati noi due da amici, ci siamo stretti la mano, ci siamo detti che la questione era decisa e che in brevissimo tempo l’avreste risolta.
Dubček: Io non ho promesso di risolvere la questione in due-tre giorni. Abbiamo bisogno di un’adeguata preparazione per risolvere al meglio la questione.
Brežnev: Ma non č possibile risolvere questi problemi all’infinito, Saša. Quando hai preparato lo scorso presidium, io e te abbiamo avuto una conversazione. In particolare abbiamo parlato dei problemi relativi ai quadri. Mi riferisco alla nostra conversazione del 9 agosto. Quel giorno mi hai detto che non eri pronto per il presidium, ma che avresti affrontato e risolto quelle questioni al presidium successivo. Ora mi dici che oggi ci sarŕ il presidium. Affronterai queste questioni al presidium di oggi o no?
Dubček: Solo il plenum del Comitato centrale puň affrontare tali questioni.
Brežnev: Va bene. Tu mi hai anche detto che il plenum si terrŕ nel corso dei prossimi dieci giorni.
Dubček: Sě, pensiamo di tenere il plenum entro fine mese. Ma puň darsi anche che lo terremo solo a inizio settembre.
Brežnev: Ma durante questo plenum affronterai la questione dei quadri? Le risolverai in modo positivo, secondo gli accordi di Čierna nad Tisou?
Dubček: [Dŕ una risposta evasiva nel senso che sarŕ come deciderŕ il plenum].
Brežnev: Ecco il nodo del problema. Il nostro e il vostro problema. Ti parlo onestamente, quando io e voi abbiamo parlato a Čierna nad Tisou, pensavo di avere a che fare con l’organo dirigente del partito, con l’organo che ha i pieni poteri. E tutto ciň che ci avete promesso, l’abbiamo preso per oro colato e vi abbiamo creduto in tutto cosě come si fa tra amici. Personalmente, Saša, non riesco proprio a capire per quale motivo tu rimandi la decisione di tali questioni fino al nuovo plenum, al plenum straordinario. Noi riteniamo che al presidium di oggi si possano risolvere le questioni dei quadri e, credimi, si possono risolvere senza grandi perdite. Se queste questioni tu le porrai al presidium di oggi, č ancora possibile – ma č l’ultima possibilitŕ – salvare la situazione senza grandi costi, senza grandi perdite. Sarebbe peggio se queste perdite dovessero essere cospicue.
Dubček: [Insiste di nuovo sul fatto che le questioni saranno decise dal plenum].
Brežnev: Se capisco bene quello che dici, tu non hai intenzione di affrontare tali questioni nemmeno oggi. Ti voglio fare una domanda diretta, Saša, che cosa hai in mente? In questo modo ci stai ingannando! Non posso far altro che considerarlo un inganno.
Dubček: Leonid Il’ič, se lei vedesse come stiamo preparando queste questioni al presidium, non parlerebbe cosě. Abbiamo promesso di risolvere i problemi e stiamo prendendo tutte le misure per risolverli nel modo giusto.
Brežnev: Saša, io non sto parlando solo a nome personale. Il Politbjuro mi ha incaricato di parlarti e di chiederti concretamente se oggi risolverai la questione dei quadri oppure no.
Dubček: [Si sottrae da una risposta diretta, rimandando al concetto che non č possibile risolvere immediatamente le questioni dei quadri, che si tratta di un problema grande e complicato e che, come ha giŕ detto, sono questioni di competenza del plenum].
Brežnev: I miei compagni sono interessati a sapere e ti chiedo di dirmi, affinché possa trasmetterlo ai membri del nostro Politbjuro, quali questioni pensate di affrontare al presidium di oggi del Comitato centrale?
Dubček: [Elenca le questioni e dice che sarŕ esaminata la questione della suddivisione del Ministero degli interni cosě come dagli accordi di Čierna nad Tisou].
Brežnev: E come verrŕ risolta tale questione? Cosě come abbiamo deciso? Ti voglio ricordare, ma so che lo sai da solo, che quando č stata sollevata questa questione, tu ti sei rivolto a Černík. E Černík ti ha detto che la questione era giŕ risolta, che era pronta la candidatura per la seconda carica e che nel corso di cinque giorni avrebbero trasmesso la faccenda a Smrkovský. Allora ti sei rivolto a Smrkovský e lui ha detto che non appena Černík avesse inviato il documento, la vostra Assemblea nazionale avrebbe risolto la questione nel giro di cinque giorni.
Dubček: Sě, allora a Čierna nad Tisou si era detto cosě, ma adesso la situazione č profondamente cambiata. Da noi č in corso un processo
di federalizzazione. Ci sarŕ la federazione della Slovacchia e la federazione dei Paesi cechi. E non č possibile risolvere tale questione da parte di un solo ordine direttivo, valido per tutto il paese fino a quando la Slovacchia e i Paesi cechi separatamente, ciascuna per conto proprio, non avrŕ preso le decisioni necessarie. Per questo oggi al presidium possiamo risolvere la faccenda solo dando al governo e al ministro l’incarico di preparare le prospettive necessarie per prendere in seguito la decisione finale.
Brežnev: Quando?
Dubček: A ottobre, verso la fine di ottobre.
Brežnev: Che ti posso dire, Saša, se non che questo č un ennesimo inganno? Č l’ennesima dimostrazione del fatto che ci state ingannando, non posso che definirlo cosě e sarň con te assolutamente sincero. Se non sarete in grado di risolvere tale questione, mi sembra di poter dedurre che il vostro presidium abbia perso tutto il suo potere.
Dubček: Io non ci vedo nessun inganno, perché stiamo facendo di tutto per rispettare gli impegni presi. Ma dobbiamo rispettarli nel modo in cui č possibile date le attuali circostanze.
Brežnev: Ma tu capisci che queste circostanze, questo modo di adempiere agli impegni presi a Čierna nad Tisou, porranno in essere una situazione completamente nuova, e non possiamo fare altro che tenerla in considerazione, e ci costringerŕ sicuramente a rivalutare le circostanze e ad assumere nuove misure autonome.
Dubček: Compagno Brežnev, prenda tutte le misure che il vostro Politbjuro del Comitato centrale ritiene necessarie.
Brežnev: Ma se mi rispondi cosě, devo dirti, Saša che la tua dichiarazione č poco seria.
Dubček: Non posso rispondere altrimenti. Lavoriamo con impegno per adempiere agli impegni. Ma in queste condizioni in dieci giorni o una settimana non ne verremo a capo. Non possiamo fare di piů di quanto abbiamo fatto. Abbiamo di fronte un compito enorme e non possiamo portarlo a termine in 10-15 giorni. Come sarebbe possibile realizzarlo in cosě poco tempo? Non posso assumermi la responsabilitŕ di fare tutto in 5-7 giorni, č un processo complicato che impegna tutto il partito, impegna tutto il paese, impegna tutta la nazione. E il partito deve venire a capo di questo processo, guidare la nazione verso l’edificazione del socialismo. Questo č il nostro dovere, questo č il nostro impegno, ma non č possibile farlo nel breve tempo che lei ci sta suggerendo, compagno Brežnev. Con tutta la responsabilitŕ del caso le dico che se ci ritenete degli ingannatori, allora dovete prendere tutte le misure che il vostro Politbjuro ritiene necessarie.
Brežnev: Saša, capisco che tu sia nervoso, capisco che la situazione per te č difficile. Ma cerca di capire che ti sto parlando da amico, voglio solo il tuo bene. Se ricordi la conversazione tra noi due e quella quattro a quattro, quando avete avanzato le vostre controproposte per il ristabilimento dell’ordine nei mass media, allora ricorderai che non foste voi, ma noi a dirvi che era una faccenda complicata, che per riprendere possesso dei mass media ci sarebbe voluto del tempo, perché le forze di destra si sono infiltrate ovunque, letteralmente ovunque. In tutti i mass media e gli organi di informazione ci sono esponenti di destra che dirigono la faccenda tramite Pelikán, Císař, Kriegel e altri furfanti. Ma voi, allora, a Čierna nad Tisou ci avete detto che avreste risolto il problema, che il nostro aiuto non vi serviva. A quel punto ci siamo accordati definitivamente che dopo Bratislava avremmo posto fine a qualsiasi tipo di polemica. Capisco che sei in difficoltŕ, ma quello che non riesco a capire č perché non state facendo nulla per superare queste difficoltŕ. Torniamo per esempio a parlare della questione dei quadri. Per risolvere questo problema non credo che occorra del tempo. Per risolverlo basta il primo presidium. E va detto che anche voi, allora, senza la nostra costrizione, in completa autonomia, ci avete dichiarato che avreste risolto questa faccenda nel piů breve tempo possibile.
Dubček: Non posso risolvere questa faccenda da solo. Non č cosě semplice, compagno Brežnev, risolverla.
Brežnev: Be’, sarebbe stato meglio farlo presente a Čierna nad Tisou, visto che non č possibile dire che si sono svolte delle conversazioni irresponsabili a livello dei due piů importanti organi alla guida del partito. Se era chiaro che la questione era di difficile soluzione, non avreste dovuto dire con tanta irresponsabilitŕ il contrario. Č questo che penso. Č difficile comunicarti, Saša, quanto irritato io sia per ciň che stai facendo adesso. Stiamo parlando di questioni importanti, di questioni di rilevanza enorme, di questioni che decideranno il destino non solo del partito comunista della Cecoslovacchia, ma anche il destino di tutto il campo socialista. Non ho niente di nuovo da chiederti, non ti sto ponendo nessuna nuova questione. Voglio solo sentire la tua parola d’onore su quando pensi di adempiere agli impegni assunti con noi all’incontro di Čierna nad Tisou. Capisci da solo che non č possibile comportarsi cosě: due partiti fratelli si incontrano, prendono una decisione, e solo dieci giorni dopo una delle parti ha cambiato registro.
Dubček: Non si tratta di un cambiamento di registro, ma di una faccenda delicata che esige ulteriore tempo per l’adempimento degli impegni assunti.
Brežnev: Bene, Saša, permettimi a questo punto di farti un’altra domanda diretta ed esplicita. Sei personalmente nelle condizioni di adempiere agli impegni assunti a Čierna nad Tisou?
Dubček: Ci sarŕ il plenum, Leonid Il’ič, il plenum deciderŕ tutto.
Brežnev: Quando č che ci sarŕ il plenum?
Dubček: Penso che lo decideremo oggi al presidium. Penso che convocheremo il plenum entro la fine di questo mese. Ma non posso dirle una data precisa, perché se poi non dovesse essere quella, qualora il presidium ne scegliesse un’altra, lei mi accuserebbe di nuovo di aver parlato di una data fasulla. Per me la situazione č molto difficile, compagno Brežnev, devo ancora affrontare il congresso e non mi sono ancora minimamente preparato.
Brežnev: Questo č un discorso completamente diverso. A proposito, giŕ che ci siamo, permettimi di dirti la mia personale opinione a questo riguardo. Ho preso parte a molti congressi, e ne ho giŕ guidato uno come primo segretario del nostro partito. Non riesco proprio a capacitarmi di come si possa allestire un congresso in cosě poco tempo. In fin dei conti un congresso decide molte questioni nella vita di un partito, occorre prepararlo in modo serio, senza fretta. Mi stupisco persino del fatto che tu possa pensare di preparare un congresso in cosě poco tempo. Ma, come si dice, questo č affare vostro. Non riguarda la nostra conversazione.
Dubček: Sě, č vero. Ma, tenuto presente lo stato reale dei fatti, lavoriamo giorno e notte alla preparazione del congresso. Abbiamo il Programma d’azione, il progetto dello statuto del partito e le questioni relative ai quadri dirigenti. In generale penso che faremo in tempo a preparare il congresso.
Brežnev: Torniamo al tema della nostra conversazione. Non so se potrai far presente ai compagni del presidium la nostra conversazione, l’inquietudine per la situazione in corso che ti ho manifestato.
Dubček: Sicuramente informerň immediatamente i compagni Černík e Smrkovský.
Brežnev: Sě, č giusto, va detto a Černík e Smrkovský, ma io, Saša, penso che anche gli altri compagni sono membri paritari del presidium e occorre far loro presente la mia telefonata. Ti devo dire, Saša, che loro ti vogliono molto bene e possono esserti di grande aiuto, sono tuoi amici veri, sia per quanto riguarda il lavoro passato – prima del plenum di gennaio – sia per la realizzazione del plenum di gennaio, e se vuoi saperlo, loro possono aiutarti meglio di Černík e Smrkovský.
Dubček: Il presidium ha un altro ordine del giorno, ma farň il possibile per dire a tutti i compagni di questa conversazione.
Brežnev: Saša, se ho capito bene al presidium di oggi non affronterai nessuna delle questioni su cui ci siamo accordati a Čierna nad Tisou.
Dubček: Solo quella riguardante il Ministero degli interni.
Brežnev: Da quello che ho capito voi risolverete perň anche tale questione in modo diverso, in modo assolutamente diverso, da quanto stabilito a Čierna nad Tisou.
Dubček: [Con evidente irritazione ripete quanto giŕ detto a proposito delle difficoltŕ legate alla risoluzione di quelle questioni].
Brežnev: Aleksandr Stepanovič, mi rincresce che usi con me un tono cosě irritato. Quando si ha a che fare con questioni vitali non possono salvare la situazione le emozioni. In questo momento serve buonsenso, giudizio, volontŕ. Le emozioni, al contrario, non sono di nessun aiuto.
Dubček: Io preferirei abbandonare tutto e tornare al mio vecchio lavoro. Perché sono irritato? Perché noi ci diamo da fare, lavoriamo, facciamo tutto il possibile per rispettare gli impegni presi a Čierna nad Tisou, ma lei non fa altro che accusarci. Questa č giŕ la seconda conversazione in cui mi accusa di non fare nulla e che la sto ingannando, che non voglio risolvere le questioni su cui ci siamo accordati.
Brežnev: Saša, vorrei crederti, ma cerca di capirmi. Ciň che piů di tutto mi inquieta č il fatto che voi non avete ancor rimosso dalle loro funzioni i tre su cui ci siamo accordati. Questa č una faccenda molto delicata. Se siete sinceramente convinti che bisogna rimuovere Císař, Kriegel e Pelikán, e che va fatto, io sono allora profondamente persuaso che, se tale vostro convincimento č sincero, potete farlo in modo rapido e semplice.
Dubček: Su quali basi pensa che questo possa essere fatto velocemente?
Brežnev: Le basi ti sono state fatte presenti a Čierna nad Tisou. Non mi sto nemmeno riferendo alle cose che non sono state verbalizzate: il nostro incontro uno a uno o il nostro incontro quattro a quattro, mi riferisco persino alle sedute plenarie quando c’eravamo tutti. Prendi lo stenogramma del mio intervento alla seduta plenaria. Lě troverai tutti i nostri punti di vista. Lo abbiamo detto dritto negli occhi a Kriegel chi č e cosa rappresenta. Lo abbiamo detto apertamente nella sessione plenaria. Quali altre basi ti occorrono, Saša? Bene, tu dici che non puoi risolvere questi problemi al presidium, che occorre convocare il plenum ordinario. Ma dalle tue risposte, perdonami, non ho capito se questi problemi li affronterai al plenum oppure no?
Dubček: Al plenum ordinario verrŕ eletto un altro primo segretario del Comitato centrale del Pcc.
Brežnev: Non esagerare, Saša, questo genere di affermazioni č inutile. Io non so perché mi stai parlando cosě, forse non sei a tuo agio a parlarmi in modo piů aperto, forse c’č qualcuno che ti tiene in pugno. A questo punto facciamo cosě, dopo il presidium verrŕ da te il compagno Červonenko e con lui entrerai maggiormente nei dettagli su quando e come intendi risolvere le questioni su cui ci siamo accordati all’incontro di Čierna nad Tisou.
Dubček: Non posso aggiungere altro. Ho giŕ detto tutto, compagno Brežnev, e al compagno Červonenko non posso dire nulla di piů.
Brežnev: Lasciami allora chiederti se risolverai
o no tali questioni al plenum.
Dubček: E chi ha detto che non lo farň?
Brežnev: Stai di nuovo evitando una risposta diretta, non vuoi dirmi se lo farai o non lo farai?
Dubček: La volta scorsa le ho detto tutto e ora posso soltanto ripetere quanto detto in precedenza, che convocheremo il plenum, che organizzeremo il plenum e che per farlo ci occorre tempo. Se lei pensa che vi stiamo ingannando, prendete le misure che ritenete opportune. Questo č affare vostro.
Brežnev: Vedi, Saša, le misure che riterremo opportune, noi le prenderemo sicuramente. E dici bene che č affare nostro. Visto, perň, che non č solo affare nostro, ma che č un affare generale, sarebbe piů facile prendere delle misure se tu e i tuoi compagni foste piů sinceri e diceste quali sono le misure che vi aspettate da noi.
Dubček: Noi possiamo risolvere tutto con le nostre forze, ma se voi ritenete che occorre prendere delle misure concrete, prego, prendetele pure.
Brežnev: Io perň non ti sto chiedendo perché non hai risolto questo o quel problema, ti sto chiedendo un’altra cosa, Saša, quando pensi di risolvere le cose su cui ci siamo accordati?
Dubček: Lei non mi sta chiedendo, mi sta rimproverando.
Brežnev: Non ti sto rimproverando, ma constato che dopo i nostri incontri non č cambiato nulla. Non vediamo nessuna azione concreta diretta alla realizzazione degli accordi stipulati tra noi. Ma giacché le cose stanno cosě, siamo un po’ allarmati. Ci sembra che ci state semplicemente ingannando e che non volete assolutamente eseguire quanto strettamente stipulato sia nei nostri incontri a due, sia in quelli a quattro. Ma se tu mi dicessi che al plenum ordinario risolverai tutti i problemi su cui ci siamo accordati a Cierna nad Tisou, questo, certamente, attenuerebbe i dubbi. Non dico che cesserebbero, ma si attenuerebbero, e comunque noi siamo abituati a crederti, vediamo in te la guida di un partito fratello verso il quale nutriamo grossa fiducia.
Dubček: Fosse per me io andrei a lavorare in qualunque altro posto. Questo mio compito non mi č caro. Che se ne occupi chi meglio crede, che lo faccia qualcun altro il primo segretario del Comitato centrale del Pcc, io non posso piů lavorare senza sostegno, in una situazione di attacchi costanti.
Brežnev: Saša, ti voglio parlare col cuore in mano dicendoti che tutte queste difficoltŕ di cui parli ve le siete creati da soli. Siete rimasti a guardare mentre sotto i vostri occhi Císař e Kriegel collocavano nella stampa, nella radio, nella televisione i propri uomini. Tutte persone che non hanno nulla in comune con il Partito comunista cecoslovacco. Ve lo siete creati da soli il problema dei quadri. Tutti i problemi di cui parli li avete creati voi stessi. Non siamo stati noi a crearveli. Voi avete allentato la presa ovunque, avete perso potere, e ora ve ne rammaricate. Io sono molto dispiaciuto che consideri la nostra conversazione un attacco invece che un sostegno. Prendilo come un gesto di sostegno ciň che ti dico adesso. Non č un attacco nei tuoi confronti.
Dubček: Leonid Il’ič, mi dica, cosa devo fare?
Brežnev: Mi č difficile darti dei consigli, ma voglio dirti che se sarai da solo, se oscillerai tra gli esponenti di destra e quelli di sinistra, non concluderai nulla. Senza la parte attiva del partito non riuscirai a fare niente. Intorno a te ci sono molti buoni compagni, buone persone, buoni comunisti. Se cercherai sostegno in questa parte attiva, se farete causa comune, allora non ci sono Císař e Kriegel che tengano. A Čierna nad Tisou non ci siamo fatti scrupoli nel dirlo in faccia a Kriegel. Ma voi tuttora continuate a tubare con lui e a baciarlo.
Saša, guardati bene intorno. Non voglio fare i nomi al tuo posto, ma tu conosci le persone sulle quali faresti bene ad appoggiarti e appoggiandoti a loro risolveresti tutte le questioni. Ti dico ancora una volta che con le mie parole, con questa conversazione, voglio aiutarti con tutto il cuore.
Adesso siamo ancora tutti vivi: il nostro partito, i partiti fratelli degli incontri di Bratislava, i documenti della riunione di Bratislava. Ti ho fatto presenti i nostri dubbi in modo aperto, sincero, col cuore in mano. Non ti chiediamo niente di eccezionale. Realizziamo gli accordi stipulati e nemmeno un pelo di piů. Alla tua domanda su cosa devi fare, ti posso rispondere. Se vuoi evitare i conflitti tra noi, allora realizza gli accordi stipulati. Assestiamo il dovuto colpo comunista alle forze di destra. Dobbiamo colpirli prima del congresso. Un colpo tale che non si riprenderanno piů. Solo cosě il Partito comunista della Cecoslovacchia potrŕ arrivare al congresso in buone condizioni.
Dubček: E lei pensa che io non lo voglia?
Brežnev: No, non lo penso, ti credo, Saša. Credo che tutto quello che di buono ti auguriamo, lo recepirai nel modo giusto, che capirai che siamo pronti a darti qualsiasi aiuto. Ma ti chiedo di capire che se non realizzerete gli accordi presi, lo sottolineo ancora una volta, proprio quelli concordati, perché non ti sto proponendo niente di nuovo, nessuna nuova questione, significherŕ la fine della fiducia. Tutto il senso del nostro incontro a Čierna nad Tisou consiste nella massima fiducia reciproca. Tutte le decisioni sono state prese in un clima di enorme fiducia, e proprio questo ci costringe in piena coscienza a rispettare tutto ciň su cui ci siamo accordati. Ti sei dilungato a profusione sulle difficoltŕ in cui ci siamo imbattuti durante l’attuazione delle decisioni stabilite insieme, dell’accordo stipulato tra di noi. Io ti voglio dire che qualsiasi questione puň sempre essere piů complicata ancora.
Dubček: Noi non stiamo complicando nulla, stiamo solo facendo i conti con la situazione reale del paese.
Brežnev: Perché dici cosě? Prendiamo la questione semplice della suddivisione degli organi del Ministero degli interni. Eppure noi abbiamo raggiunto un accordo in proposito, e proprio voi avete detto che era una questione semplice, che avreste potuto risolverla nel corso di 5-10 giorni. Ma allo stato dei fatti non siete venuti a capo di nulla.
Dubček: Perché sono cambiate le circostanze. Ma io le ho detto che né io né Černík ci siamo inventati nulla. Le circostanze sono cambiate. Il nostro punto di vista, invece, sul fatto che sia necessario prendere delle contromisure, non č cambiato. Siamo fermamente convinti che sia necessario prendere delle contromisure. Č solo la situazione ad essere cambiata. E questo problema va ora osservato in modo diverso. La risoluzione del problema non dipende piů solo da noi.
Brežnev: Saša, permettimi di farti una domanda: cos’č allora che dipende dal presidium del vostro Comitato centrale?
Dubček: Compagno Brežnev, le chiedo ancora una volta di non esigere da me l’attuazione di questa soluzione visto che le circostanze sono cambiate.
Brežnev: Ma io non lo esigo. Mi limito a constatare che il vostro presidium del Comitato centrale non ha nessun potere e siamo dispiaciuti di non averlo saputo all’incontro di Čierna nad Tisou. All’epoca pensavamo di parlare con l’organo che prende tutte le decisioni del paese. Mentre ora viene fuori che abbiamo parlato con un organo che non decide nulla. Viene fuori che la nostra conversazione č stata poco seria.
Dubček: Le ragioni che sono alla base del rallentamento della risoluzione stanno nel fatto che ora la Slovacchia č un paese federale e questo č l’organo di un’unione tra repubbliche, ora č necessaria tutta una serie di istanze per risolvere definitvamente questo problema.
Brežnev: Io ti credo, ma tu cerca di capire me. Non posso affrontare nuove questioni alle spalle dei membri del mio Politbjuro. Non posso acconsentire a nessuno dei tuoi argomenti. Da quanto dici viene fuori che ti trovi di fronte a nuove condizioni, e che non si capisce e non si sa quando porterai a termine quanto stabilito sulla riorganizzazione del Ministero degli interni. Viene fuori che dovremmo rivedere tutti i nostri accordi. Sai bene che ci siamo accordati ai massimi livelli. Abbiamo parlato da soli. Questo č il piů alto livello. Abbiamo parlato quattro a quattro, al livello dei primi segretari, al livello dei presidenti del Consiglio dei ministri, al livello dei presidenti dei presidium dei Soviet supremi, da voi l’Assemblea nazionale, cioč abbiamo parlato al livello dove le persone possono decidere qualsiasi questione. Mentre ora viene fuori che queste persone non possono decidere nulla. E ora mi dici di prendere le misure che il Politbjuro del Comitato centrale del Pcus ritiene necessarie. Certamente, non si puň non essere d’accordo con te che dobbiamo prendere le misure che riteniamo indispensabili. A proposito, volevo chiederti delle decisioni che abbiamo preso quando eravamo quattro a quattro. Hai comunicato le decisioni al compagno Bil’ak e agli altri compagni che ti sono vicini?
Dubček: Sě, ho informato il compagno Bil’ak circa le decisioni prese.
Brežnev: Hai fatto bene, Saša. Sono loro i tuoi amici piů importanti e vicini. Insisto solo nel consigliarti di appoggiarti a loro, appoggiati a loro e vincerai. Non avrai nemmeno bisogno di aspettare il plenum, con il loro aiuto potrai risolvere tutte le questioni al presidium.
Dubček: Comunque, Leonid Il’ič, aspetti il plenum.
Brežnev: Se il plenum ci sarŕ presto, certo che lo aspetterň. E lo aspetteremo.
Dubček: Io, Leonid Il’ič, capisco bene le sue buone intenzioni, chiedo di tenere conto anche delle nostre difficoltŕ.
Brežnev: Le vedo molto bene le tue difficoltŕ, Saša, ma bisogna lottare contro le difficoltŕ. Del resto lottare contro le difficoltŕ č possibile a una sola condizione, se assumi la lotta nelle tue mani, se raccogli intorno a te le forze piů attive. Appoggiandoti su quei compagni potrai superare le difficoltŕ.
Dubček: Le mie forze sono esaurite. Non le ho detto per caso che il plenum eleggerŕ un nuovo segretario. Io penso di lasciare questo compito. Caro Leonid Il’ič, le chiedo di perdonarmi se oggi ho parlato con un po’ d’irritazione, le chiedo cortesemente di perdonarmi.
Brežnev: Saša, io comprendo le difficoltŕ e il nervosismo. Vorrei che tu capissi che č necessario prendere le misure e rispettare gli obblighi entro i confini di quanto stabiliti a Čierna nad Tisou.
Dubček: Noi desideriamo almeno quanto voi che queste soluzioni vengano trovate positivamente.
Brežnev: Io, Saša, prendo atto della tua dichiarazione perché tutto il senso della nostra conversazione sta nell’aiutarti a rispettare gli accordi. Ma cerca di capire anche noi, non č facile nemmeno per noi. Se gli impegni che abbiamo riportato al plenum, che abbiamo riportato al Comitato centrale, non venissero rispettati, allora il partito ci chiederebbe, in quanto responsabili, il motivo. Vorrei che tu capissi che i buoni rapporti tra i nostri partiti possono essere mantenuti solo a condizione di un reciproco e onesto rispetto degli impegni. Penso che tu non abbia nessuna lamentela da fare al nostro partito, al nostro Politbjuro per quanto riguarda il rispetto degli impegni presi a Čierna nad Tisou.
Dubček: Leonid Il’ič, affermo ancora una volta che non ci stiamo rifiutando di rispettare gli impegni assunti a Čierna nad Tisou. La questione sta tutta nei tempi in cui č possibile farlo. Non abbiamo infatti mai parlato di limiti di tempo concreti e noi abbiamo bisogno di tempo.
Brežnev: Non mettere la questione in questi termini, perché per ogni problematica sono stati indicati tempi precisi. Dato che abbiamo detto che sarebbe stato risolto nel piů breve tempo possibile, entro il congresso, questo vuol dire che i tempi erano stati indicati in modo molto chiaro. Non stiamo parlando di due-tre giorni, ma entro il congresso significa chiaramente che tutto deve essere risolto, diciamo, nel corso di agosto.
Dubček: Io le prometto, compagno Brežnev, che faremo tutto il possibile per rispettare i nostri impegni.
Brežnev: Bene, seguiremo con la massima attenzione lo sviluppo degli eventi. Ti chiedo ancora una volta con insistenza di trasmettere il mio saluto a tutti i tuoi compagni di lavoro e di esprimere anche a loro la preoccupazione di cui ti ho parlato. Ora, Saša, vorrei comunque mettermi d’accordo con te sulle nostre conversazioni future. Se non vuoi incontrare il compagno Červonenko, allora restiamo d’accordo che riprendiamo questo discorso dopo che sarŕ finito il presidium del Comitato centrale. Capisco che possa essere imbarazzante per te uscire a parlare con me mentre gli altri compagni sono ancora seduti a colloquio.
Dubček: Sono d’accordo. Restiamo che parleremo sicuramente dopo il presidium.
 
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Fiero Maoista
view post Posted on 12/9/2015, 10:00




CITAZIONE
C’č giŕ chi ci ha definito stalinisti e cose simili.

Un punto interessante, direi..
 
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1 replies since 21/7/2013, 23:39   208 views
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