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Perm

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view post Posted on 10/5/2013, 18:49

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Da K. Voroscilov, Stalin e l’Esercito rosso, La Russia sovietica di oggi, n. 5, Società Editrice L’Unità, Roma, 1945, pp. 13-16:


Perm


Alla fine del 1918 si era creata una situazione catastrofica sul fronte orientale e particolarmente nel settore della III Armata, che era stata costretta ad evacuare Perm. Stretta dal nemico in un semicerchio, questa armata alla fine di novembre era completamente demoralizzata. Dopo sei mesi di combattimenti continui, privi di riserve sicure, con retrovie infide, l’approvvigionamento disorganizzato (la 29° divisione si batté per cinque giorni di seguito, senza avere, letteralmente, un pezzo di pane), a 35 gradi sotto zero, in un paese completamente sprovvisto di strade, su un fronte immenso (più di 400 chilometri) e con uno stato maggiore debole, la III Armata non era in grado di resistere alla pressione delle soverchianti forze del nemico.
Per completare questo quadro desolante, si deve aggiungere che gli ex-ufficiali facenti parte del comando tradivano in massa; che, causa la cattiva selezione dal punto di vista di classe delle truppe, interi reggimenti si arrendevano al nemico; e che v’era un comando inetto. In questa situazione la III Armata si era completamente disfatta e si ritirava in disordine, rinculando in 20 giorni di 300 chilometri e perdendo, nello stesso periodo di tempo, 18 mila combattenti, decine di cannoni, centinaia di mitragliatrici, ecc.. Il nemico cominciò ad avanzare rapidamente minacciando seriamente Viatka e tutto il fronte orientale.
Questi avvenimenti posero davanti al C. C. il problema della necessità di venire in chiaro sulle ragioni della catastrofe e di ristabilire senza indugio l’ordine nelle unità della III Armata. Chi mandare per adempiere questo difficilissimo incarico? E Lenin telegrafa al presidente del Consiglio Militare rivoluzionario della Repubblica:
“Da Perm riceviamo dalle organizzazioni di partito una serie di informazioni sulla situazione catastrofica dell’armata e sull’ubriachezza che vi regna. Ho pensato di mandare Stalin: temo che Smilga sia debole verso… il quale, a quanto si dice, beve e non è in grado di ristabilire l’ordine”.
Il C. C. prende la decisione seguente:
“Nominare una commissione d’inchiesta di partito composta dei membri del C. C. Dzerzinsky e Stalin, per procedere a un’indagine approfondita sulle cause della resa di Perm e delle ultime sconfitte sul fronte degli Urali, come pure per spiegare tutte le circostanze che hanno accompagnato gli avvenimenti suddetti. Il C. C. incarica la commissione di prendere tutte le misure necessarie per il rapido ristabilimento del lavoro sia di partito che dei Soviet in tutto il territorio della III e della II Armata”. (Telegramma di Sverdlov. N°00079).
Questa decisione pare limiti le funzioni dei compagni Stalin e Dzerzinsky a “un’inchiesta sulle cause della resa di Perm e delle ultime sconfitte sul fronte degli Urali”. Ma il compagno Stalin porta il centro di gravità del suo lavoro di “inchiesta di partito” sulle misure pratiche da prendere per raddrizzare la situazione, rinforzare il fronte, ecc.. Già nel primo telegramma a Lenin del 5 gennaio 1919, sui risultati del lavoro della commissione, Stalin non fa parola delle “cause della catastrofe” e pone, invece, il problema di ciò che occorre fare per salvare l’Armata. Ecco il telegramma:
“Al compagno Lenin, presidente del Consiglio della difesa.
“Abbiamo incominciato l’inchiesta. Vi terremo al corrente del suo andamento. Per ora riteniamo necessario segnalarvi un bisogno urgente, non dilazionabile, della III Armata. Si tratta di questo: della III Armata (più di 30 mila uomini) rimangono appena circa 11 mila soldati stanchi, estenuati, che male sono in grado di resistere alla pressione del nemico. Le unità mandate dal comando superiore non sono sicure, in parte ci sono persino ostili e necessitano di un’accurata selezione. Per salvare i resti della III Armata e allontanare il pericolo di una rapida avanzata del nemico sino a Viatka (secondo tutti i dati avuti dai comandanti del fronte della III Armata, questo pericolo è reale), occorre «assolutamente» mandare «d’urgenza» dalla Russia, a disposizione del comandante dell’armata, almeno 3 reggimenti «completamente» sicuri. Preghiamo insistentemente di far pressione in questo senso sui rispettivi organismi militari. Ripetiamo: se non si prende questa misura, Viatka è minacciata di subire la sorte di Perm; è l’opinione generale dei compagni che partecipano al lavoro, opinione alla quale, basandoci sui dati che possediamo, noi ci associamo. Stalin, Dzerzinsky. Viatka, 5 gennaio 1919”.
E solo il 13 gennaio 1919 il compagno Stalin invia, insieme col compagno Dzerzinsky, il suo breve rapporto preliminare sulle “cause della catastrofe”, le quali si riducono principalmente ai punti seguenti: stanchezza ed esaurimento dell’armata al momento dell’offensiva nemica; mancanza da parte nostra, in quel momento, di riserve; distacco dello stato maggiore dall’armata; disordine nel comando d’armata; metodo inammissibile e criminale, da parte del Consiglio Militare Rivoluzionario della Repubblica, di dirigere il fronte, paralizzandolo con direttive contraddittorie e che gli toglievano ogni possibilità di dare rapidamente aiuto alla III Armata; poca sicurezza, dovuta ai vecchi metodi di formazione delle unità, dei rinforzi mandati dalle retrovie; debolezza estrema delle retrovie, risultato della completa impotenza e incapacità delle organizzazioni sovietiche e di partito.
Intanto il compagno Stalin indica ed applica, con la rapidità e la fermezza che gli sono proprie, tutta una serie di misure pratiche per elevare la combattività della III Armata.
“Fino al 15 gennaio – leggiamo in un suo rapporto al Consiglio della difesa – sono stati mandati al fronte 1200 soldati sicuri tra fanteria e cavalleria; il giorno dopo uno squadrone di cavalleria. Il 20 è stato mandato il 62° reggimento della III brigata (scrupolosamente filtrato prima della partenza). Queste unità hanno dato la possibilità di contenere l’offensiva del nemico, hanno radicalmente trasformato il morale della III Annata, hanno incominciato l’offensiva su Perm, che prosegue con successo. Nelle retrovie dell’armata si procede a una severa epurazione degli organismi di partito e sovietici. A Viatka e nei capoluoghi di circondario sono stati organizzati dei comitati rivoluzionari. Tutta l’attività dell’amministrazione sovietica e delle organizzazioni di partito sta riorganizzandosi su nuove basi. Il controllo militare è stato epurato e riorganizzato. Epurata e arricchita di nuovi quadri comunisti la Cekà provinciale. Incominciamo a scongestionare il nodo ferroviario di Viatka…”, ecc..
In seguito a tutte queste misure, non solo si riuscì a fermare l’avanzata del nemico, ma nel gennaio 1919 il fronte orientale passava all’offensiva e alla nostra ala destra veniva occupata Uralsk.
Ecco in qual modo il compagno Stalin comprese e portò a termine il suo compito di “fare un’inchiesta sulle cause della catastrofe”. Egli fece l’indagine, mise in chiaro queste cause e, sul posto, con tutte le sue forze, le eliminò e operò la svolta necessaria.

Edited by Andrej Zdanov - 11/5/2013, 15:49
 
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