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Korean revisionism: una contro-critica a 'espresso stalinist', II Parte

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Songun CCCP
view post Posted on 7/2/2013, 14:49




II Parte

Il capitolo "Introduction" dello scritto "Korean revisionism" di N. Steinmayr, si apre con un chiarimento della questione della riunificazione, scritto in una maniera, stavolta, equa e corretta alla verità storica. Seul non è che un regime fantoccio creato dall'imperialismo americano, e la questione della riunificazione non si potrà risolvere fintanto che le truppe americane non evacueranno dal regime sud coreano, questo è un dato di fatto. Ma questo è solo l'inizio.

I

Ma ben presto inizia la solita critica alla Repubblica Popolare Democratica di Corea, accusata (stranamente!) di revisionismo. Ma le incongruenze partono già dall'inizio, quando si confonde il Juché con il "Kimilsungismo", come fossero due termini dello stesso significato. Su cosa sia il Juché se ne è ampiamente parlato in precedenza, ma non del termine kimilsungismo. Questo termine, fu usato per la prima volta negli scritti di Kim Jong Il negli anni '60 e '70, ma poi cadde in disuso, fino all'ascesa di Kim Jong Un. Il 6 aprile 2012, nel discorso "Portiamo a termine vittoriosamente la causa rivoluzionaria del Juché, tenendo il grande compagno Kim Jong Il in grande considerazione come Segretario Generale Eterno del nostro Partito", ha ricominciato ad usare il termine "kimilsungismo-kimjongilismo", ma ha evidenziato che tale termine differisce dall'Idea del Juché:

«Così come il Generale ha ottenuto un successo unico nello sviluppare il Kimilsungismo conformemente alla sua epoca ed al progredire della rivoluzione, i membri del nostro Partito ed il popolo hanno a lungo amalgamato l’ideologia del Presidente con quella del Generale, riassumendole entrambe sotto il termine di Kimilsungismo-Kimjongilismo, e riconoscendo quest’ultimo come ideologia chiave del Partito. Il Generale però, essendo infinitamente umile, ha sempre proibito di associare il suo nome all’ideologia principale del nostro Partito, dichiarando inoltre come, indipendentemente dal Kimjongilismo, nulla si sarebbe mai accostato al Kimilsungismo. Attualmente il nostro Partito e la nostra rivoluzione necessitano che il Kimilsungismo-Kimjongilismo divenga la loro ideologia di base. Il Kimilsungismo-Kimjongilismo è una sintesi compatta dell’ideologia, della teoria e del metodo del Juché, oltre che un’ideologia rivoluzionaria originale propria all’era del Juché.» [Kim Jong Un, 'Portiamo a termine vittoriosamente la causa rivoluzionaria del Juché, tenendo il grande compagno Kim Jong Il in grande considerazione come Segretario Generale Eterno del nostro Partito', 6 aprile 2012]

Mentre il Juché è l'Idea guida delle attività della Corea socialista, e la forma nazionale del socialismo coreano, il kimilsungismo è il metodo della sua applicazione. Ma penso che non sia produttivo per la mia analisi indagare oltre sul significato e sulle differenze di tali termini.

II

Più avanti leggiamo che in Corea, dopo la liberazione fu instaurata la "dittatura di tutte le classi", compresa la borghesia nazionale. Inoltre, in Corea "non si è mai creata una dittatura del proletariato", perché "la borghesia nazionale non è stata eliminata, ma rimodulata, persuasa ad imbracciare il socialismo". Posizione alquanto difficile da sostenere con prove di fatto, e che è in completa contraddizione con la storia della Corea socialista nei suoi primi anni di vita. Nella Costituzione della Repubblica Popolare Democratica di Corea del 1948, leggiamo:

«Articolo 5: [...] Le miniere e le altre ricchezze minerali, le foreste, le acque, le maggiori imprese, le banche, le rotaie, i trasporti fluviali ed aerei, le comunicazioni, gli acquedotti, le energie naturali, così come tutte le proprietà che sono appartenute al governo Giapponese, ai cittadini Giapponesi o agli elementi pro-Giapponesi, sono proprietà dello Stato. Il commercio estero è condotto dallo Stato o sotto la sua supervisione.
Articolo 6: La terra di proprietà del governo Giapponese e dei cittadini Giapponesi, così come quella di proprietà dei proprietari terrieri Coreani è confiscata. Il sistema di affitti è abolito per sempre. Solo coloro che coltivano la terra con il loro proprio lavoro hanno il diritto di possederla. L'estensione massima di proprietà terriere è da cinque a venticinque jungbo. L'estensione massima della proprietà terriera è prescritta appositamente dalla legge in base al luogo e alle sue condizioni. Oltre alla proprietà privata della terra, anche alle organizzazioni statali e cooperative è consentito possedere la terra. Nessun limite è imposto sulla superficie di terra di proprietà delle organizzazioni statali e cooperative. Lo Stato protegge particolarmente gli interessi dei contadini lavoratori e gli dà aiuto in vari modi nella misura in cui la politica economica lo permette.
Articolo 9: Lo Stato incoraggia lo sviluppo delle organizzazioni cooperative del popolo. La proprietà delle organizzazioni cooperative è tutelata dalla legge.»

La Costituzione coreana del 1948, così come quella della RSFSR del 1918, ha iniziato la demolizione del capitalismo e la liquidazione della borghesia. Viste anche solo le prime norme, mi pare poco probabile pensare che la classe capitalista sia stata tutelata, come anche "forzata ad abbracciare il socialismo", considerando che, oltre alla palese discriminazione verso gli elementi pro-giapponesi (che in Corea erano praticamente tutti i capitalisti), tutte le proprietà sono diventate statali, escluse le terre coltivate dai contadini con il loro proprio lavoro. Nella Costituzione del 1972, le regole e le minimissime tutele alla proprietà privata presenti nella Costituzione del 1948, sono state liquidate totalmente. Vediamone alcuni estratti:

«Articolo 2 : La Repubblica Popolare Democratica di Corea poggia sulla unità politica e ideologica di tutto il popolo, la cui base è l'alleanza degli operai e dei contadini sotto la direzione della classe operaia; essa poggia anche sui rapporti di produzione socialista e sulle fondamenta di una economia nazionale indipendente.
Articolo 6 : Nella Repubblica Popolare Democratica di Corea, gli antagonismi di classe, lo sfruttamento e l'oppressione dell'uomo sull'uomo, sotto qualsiasi forma, sono stati eliminati una volta per tutte. Lo Stato difende e protegge gli interessi degli operai, dei contadini, dei soldati e dei lavoratori intellettuali che sono stati liberati dallo sfruttamento e dall'oppressione.
Articolo 10 : La Repubblica Popolare Democratica di Corea esercita la dittatura del proletariato e applica la linea di classe e la linea di massa.
Articolo 18 : Nella Repubblica Popolare Democratica di Corea i mezzi di produzione sono di proprietà dello Stato o delle organizzazioni cooperative.
Articolo 19 : La proprietà dello Stato è la proprietà di tutto il popolo. La sfera del diritto di proprietà dello Stato non è limitata. Tutte le ricchezze naturali del paese, tutte le fabbriche e le imprese importanti, tutti i porti, le banche e gli impianti di comunicazione e di trasporto e tutti gli impianti di poste e telefoni appartengono esclusivamente allo Stato. La proprietà statale svolge una funzione fondamentale nello sviluppo economico della Repubblica Popolare Democratica di Corea.
Articolo 20 : La proprietà delle organizzazioni cooperative è proprietà collettiva dei lavoratori inseriti nell'economia cooperativa. La terra, gli animali da traino, gli strumenti agricoli, i battelli da pesca, gli immobili e le piccole e medie officine e gli stabilimenti possono appartenere alle organizzazioni cooperative. Lo Stato protegge giuridicamente la proprietà delle organizzazioni cooperative.
Articolo 21 : Lo Stato consolida e sviluppa il sistema dell'economia cooperativa socialista e trasforma progressivamente la proprietà delle organizzazioni cooperative in proprietà di tutto il popolo, secondo la libera volontà di tutti i loro membri.
Articolo 31 : L'economia nazionale della Repubblica Popolare Democratici di Corea è un'economia pianificata. Conformemente alle leggi dello sviluppo dell'economia socialista, lo Stato elabora e realizza il piano di sviluppo dell'economia nazionale in modo da equilibrare saggiamente l'accumulazione e il consumo, promuovere la costruzione economica, migliorare costantemente il livello di vita del popolo e rafforzare la capacità difensiva del paese. Lo Stato assicura un ritmo elevato di accrescimento della produzione ed uno sviluppo equilibrato dell'economia nazionale, grazie all'applicazione della linea di condotta nei confronti della pianificazione unificata e dettagliata.»

Si vede chiaramente che il periodo di sviluppo 1945-1972, ovvero il periodo dell'industrializzazione e della nazionalizzazione (che all'inizio era stato inserito dagli hoxhaisti tra i meriti di Kim Il Sung), non è affatto stato un periodo di compromessi con la borghesia, anzi, la proprietà privata nell'economia è stata completamente liquidata, come è anche ogni forma di proprietà e sfruttamento borghese, ed ancora oggi è così. Per confermare, citiamo ancora qualche articolo, tratto dall'ultima Costituzione del 2009:

«Articolo 19 : La Repubblica Popolare Democratica di Corea si basa sulle relazioni socialiste di produzione e sulla fondazione di un'economia nazionale indipendente.
Articolo 20 : I mezzi di produzione nella Repubblica Popolare Democratica di Corea sono proprietà dello Stato e delle organizzazioni sociali e cooperative.
Articolo 21 : La proprietà dello Stato appartiene al popolo intero. Non c'è limite alle proprietà che possono appartenere allo Stato. Tutte le risorse naturali, le ferrovie, i trasporti aerei, gli istituti di comunicazione e le poste, le fabbriche e le imprese, i porti e le banche principali sono proprietà esclusive dello Stato. Lo Stato protegge ed incrementa su una base preferenziale le sue proprietà, le quali svolgono un ruolo di primo piano nello sviluppo economico del Paese.
Articolo 22 : La proprietà delle organizzazioni sociali e cooperative è proprietà collettiva dei lavoratori che ci lavorano. Le organizzazioni sociali e cooperative possono possedere terre, macchine agricole, barche, fabbriche, medie e piccole imprese e proprietà simili. Lo Stato protegge le proprietà delle organizzazioni sociali e cooperative.»

Sulla questione economica, non penso serva aggiungere altro.

III

Un'altra questione di massima urgenza, sollevata non solo dagli hoxhaisti, ma anche da tantissimi ambienti del marxismo più puritano e dogmatico, è la questione del "culto della personalità".
Sulla questione del "culto della personalità", che è un concetto inventato dalla borghesia e che è una semplice un'accezione dispregiativa usata contro i nemici dell'imperialismo, vediamo che gli hoxhaisti non hanno affatto spiegato cosa significhi ed implichi il "culto" (in cosa consiste? cosa rende questo culto differente da semplice amore patriottico? è tutto vero o c'è una mistificazione imperialista?), hanno semplicemente rubato dall'imperialismo occidentale l'immagine, minuziosamente creata, di un Kim Il Sung "machiavellico, totalitario, teocratico", che ha impregnato la nazione di un suo fobico culto. Gli hoxhaisti si sono serviti di questa misera propaganda imperialista per calunniare il socialismo coreano, per calunniare il socialismo si sono messi dallo stesso punto di vista dell'imperialismo, usando le loro analisi.
Quanto gli hoxhaisti e gli imperialisti dicono è totalmente diverso dalla realtà dei fatti. Ma, ragionando (come d'altronde fanno gli hoxhaisti) tramite corollari più o meno evidenti, se ammettessimo che in Corea esiste un "culto", allora lo stesso problema si potrebbe raffrontare anche ad altri Leader marxisti-leninisti. Forse ci si dimentica che il compagno Stalin diede il suo nome alla città di Zaricin (attuale Volgograd), fece costruire molte statue in suo onore (tra cui una a Budapest alta ben 25 metri in bronzo, mentre quelle di Kim Il Sung e Kim Jong Il sulla Collina Mansu raggiungono i 20), fece modificare l'inno nel 1944 con riferimenti alla sua persona? Di che "culto della personalità" stiamo parlando quando parliamo della Corea? È da considerare "culto" appendere il ritratto del proprio Leader su alcuni edifici, ed ereggere statue in suo onore? La risposta a questa domanda data dagli hoxhaisti è palesemente viziata, non rispecchia un criterio oggettivo per il "culto della personalità", e corrisponde alla semplice propagazione di uno stereotipo creato dai nemici della Corea. Probabilmente se chiedessimo a Steinmayr cose rende quello dei Kim un "culto" mentre quello di Stalin una semplice "enfasi emotiva e/o patriottica" non ci darebbe risposte. Se Kim Il Sung fa erigere una statua in suo onore è culto, se lo fa Stalin no? La posizione degli hoxhaisti è totalmente contraddittoria e senza senso, soprattutto perché critica la Corea dagli stessi punti di vista dell'imperialismo americano, che avevano precedentemente tanto criticato. Io non condivido l'assurda posizione sul culto della personalità, né in Corea né nell'URSS di Stalin, poiché questa è una semplice fandonia dell'imperialismo e della borghesia, senza alcun fondo di verità. In Corea, i Kim sono visti come dei Leader e come dei compagni, non come dei semi-dèi, e semplicemente l'amore dei coreani per i loro Leader è allo stesso piano di quello dei sovietici per Stalin, senza degenerare in un borghese e pacchiano "culto della personalità", e su questo punto, basta vedere alcune foto e video sul Paese, per renderci conto che le proporzioni del "culto" come descritte dall'imperialismo non esistono. La questione, a meno che non la si analizzi in maniera seria (anche se non penso lo si possa fare, dato che non esiste nulla da analizzare sul "culto della personalità" dei Kim), non ha ulteriore margine di trattazione.

IV

Un altro problema attribuito alla Corea è la sua dirigenza "monarchia o nepotista". Vediamo di intenderci almeno sulla terminologia però. Nepotismo, ovvero concedere le cariche politiche in base a legami familiari, non si addice alla Corea, considerando che Kim Il Sung ebbe 6 figli, eppure solo uno è approdato al potere statale, mentre gli altri non hanno avuto pressoché alcun ruolo di rilievo in politica. Monarchia implica invece che la carica sia ereditaria per obbligo costituzionale (o divino in taluni casi), dal padre al figlio, indipendentemente dalla volontà di quest'ultimo e dalle sue capacità, eppure vediamo che Kim Jong Il entrò volontariamente in politica, ed anzi, ebbe un ruolo importante durante gli anni '70 e '80. Dagli annali del Partito si evince anche la sua grande abilità politica, a cui si deve la sua fama di grande teorico, e ciò non ha nulla a che fare con i suoi legami familiari. Dopo la laurea nel 1964 e l'occupazione in una fabbrica tessile, entrò in politica, elaborando molte tesi e scritti che lo iniziarono alla vita pubblica (attualmente gli scritti dei suoi primi anni sono raccolti nel Volume I delle sue Opere scelte), ed ottenne un grande consenso e appoggio intorno a sé, sembra grazie alla sua grande capacità organizzativa e di ascolto. Kim Jong Il ebbe anche un ruolo preminente nella lotta contro il revisionismo durante gli anni '60, fino alla cacciata, nel 1969 degli elementi revisionisti dal Partito del Lavoro. L'ascesa di Kim Jong Il inizia al VI Congresso del Partito del Lavoro di Corea, ovvero agli inizi degli anni '80, quando viene eletto membro del Presidium del Comitato Politico del Comitato Centrale del Partito del Lavoro, Segretario del Comitato Centrale e membro della Commissione Militare del Partito. Nel febbraio 1982, Kim Jong Il viene eletto nell'Assemblea Popolare Suprema, per la VII legislatura. Nel maggio 1990, viene eletto Primo Vicepresidente della Commissione di Difesa Nazionale e nell'aprile 1993 viene eletto Presidente della Commissione di Difesa Nazionale. Prima della morte di Kim Il Sung, Kim Jong Il era al vertice del Partito, e la sua ascesa non può essere semplicemente connessa semplicemente alla sua parentela con il Grande Leader, ma bisogna anche riconoscere le sua capacità politiche, dimostrate ampiamente, negli anni di governo. Per analizzare ulteriormente cosa caratterizzò la salita di Kim Jong Il al potere, diamo un'occhiata ad uno degli ultimi scritti del Grande Leader, sul passaggio del potere al figlio:

«Nel nostro paese, il compagno Kim Jong Il sta fornendo di una saggia leadership l'intero lavoro del Partito, dello stato e dell'esercito; il problema di assicurare la continuità della leadership è stato così brillantemente risolto. Nel nostro paese, adesso, il Partito lavora con successo, il lavoro statale ha successo, le operazioni militari hanno successo e la costruzione socialista ha successo, sotto la leadership del compagno Kim Jong Il. Abbiamo ancora molto lavoro da fare per completare la causa socialista, la causa rivoluzionaria del Juché. Dobbiamo fermamente aderire alla linea generale del Partito e proseguire con le rivoluzioni ideologica, tecnologica e culturale per consolidare e sviluppare il socialismo centrato sul popolo nel nostro paese e realizzare anche la riunificazione nazionale, l'amato desiderio della nostra nazione. Abbiamo lottato per il socialismo tutta la nostra vita, e sarebbe inconcepibile adesso scartare il socialismo e restaurare il capitalismo, una società dove “i ricchi si arricchiscono e i poveri si impoveriscono”. La via del socialismo è la via della vera libertà e felicità del popolo, mentre la via del capitalismo è la via dello sfruttamento e dell'oppressione, della miseria e della sofferenza del popolo. La difesa del socialismo implica la vittoria, mentre abbandonare il socialismo significa morte. Da quando ci impegnammo per costruire il socialismo, da quando iniziammo a combattere per la rivoluzione, dobbiamo difendere il socialismo fino alla fine senza il minimo vacillamento e compiere la causa rivoluzionaria del Juché. Per difendere il socialismo incentrato sul popolo del nostro paese e compiere brillantemente la causa rivoluzionaria del Juché, l'intero Partito e tutto il popolo deve unirsi fermamente dietro il compagno Kim Jong Il e supportare lealmente la sua leadership. Un leale supporto per il compagno Kim Jong Il è la sicura garanzia per la continuità e il completamente della causa socialista. Il compagno Kim Jong Il è il leader genuino del nostro popolo. È leale e ubbidiente e pratico di affari civili e militari. È un pensatore e teorico preminente, uomo di stato e stratega militare, infallibilmente devoto alla nazionale e al popolo e molto ubbidiente con i suoi genitori. Il compagno Kim Jong Il si occupa da tempo di attività ideologiche e teoriche con uno spirito d'indagine inusualmente forte e con energia [...] La casa editrice del nostro Partito attualmente pubblica documenti importanti scritti da Kim Jong Il, uno dopo l'altro. Ciò, mostra da solo come duramente stia lavorando per sviluppare e arricchire l'idea del Juché ed equipaggiare il popolo con essa. Recentemente, “La lezione storica nella costruzione del socialismo” e “La linea generale del nostro Partito” e “Sulle fondamenta della costruzione del Partito rivoluzionario” sono stati pubblicati. Questi documenti hanno un significato storico poiché ci hanno dato un'esposizione scientifica delle cause basiche del collasso del socialismo in vari paesi e hanno chiarito il sentiero del socialismo vero e i principî fondamentali per la costruzione dei partiti rivoluzionari. […] Il compagno Kim Jong Il ci rifornisce di un'ampia leadership nella rivoluzione e nella costruzione, con capacità di comando non comuni. L'abilità di guidare la rivoluzione e la costruzione, si può dire che trovi espressione nelle capacità e abilità del Leader, e con le quali incoraggiare le masse, che sono la forza motrice della rivoluzione, per sviluppare al massimo la loro creatività. Le masse hanno una forza imperscrutabile. Il successo nella rivoluzione e nella costruzione dipende su come le masse siano incoraggiate esercitare la loro forza imperscrutabile. Se le masse devono fare tali sforzi, hanno bisogno di svegliare la loro coscienza politica, e devono essere organizzate motivate ideologicamente. Il lavoro di risveglio della coscienza politica, della loro organizzazione e della motivazione ideologica può essere svolto solamente dal Partito rivoluzionario della classe lavoratrice. […] Il compagno Kim Jong Il rafforza il Partito e sviluppa la sua leadership come il principale collegamento all'intera catena della direzione della rivoluzione e della costruzione. Ha messo in evidenza e implementato la politica del modellamento dell'intero Partito sull'Idea del Juché, sviluppandolo in una forza invincibile, unita sulla base dell'idea del Juché, trasformandola in un'esperta organizzazione politica di comando con forti capacità di combattimento. Ha rafforzato la forza motrice della nostra rivoluzione come nessun altro prima, unendo tutto il popolo intorno al Partito. Mentre stabiliva dovunque il sistema di leadership del Partito sulla rivoluzione e la costruzione da un lato, ci assicura, dall'altro lato, che la priorità sia data all'educazione ideologica, alla trasformazione del popolo, e delle attività del Partito sotto la bandiera dell'ideologia. Così facendo, si assicura che tutti i membri del Partito e i lavoratori siano fermamente equipaggiati con l'idea rivoluzionaria del nostro Partito, e che adempiano alle loro responsabilità e al loro ruolo come maestri della rivoluzione e della costruzione. […] Sotto la leadership del compagno Kim Jong Il, la nostra rivoluzione ha introdotto un nuovo periodo di slancio. Da quando ha assunto la leadership, ha preso piede un nuovo cambiamento in tutte le aree del lavoro politico, economico e culturale così come nel lavoro del Partito. Importanti innovazioni e slanci sono stati effettuati su tutti i fronti della costruzione socialista. Per esempio, sotto la sua guida, si è verificato un grande apogeo dell'arte e della letteratura in stile Juché nei primi anni '70. In questo periodo, sono stati fatti straordinari progressi in tutte le aree del cinema e nelle altre arti e nella letteratura, sono stati creati capolavori a livello mondiale e uno dopo l'altro pubblicati, e, sulla stessa scia, scrittori e artisti sono diventati l'avanguardia nella trasformazione rivoluzionaria dell'intera società e si sono assimilati alla classe lavoratrice. Il popolo chiama ciò “la rivoluzione nell'arte e nella letteratura” o “Rinascita del XX secolo”. Non penso che si sbaglino. Sotto la leadership del compagno Kim Jong Il, il nostro popolo è stata ispirato con orgoglio ad essere vittorioso ed ha esaltato la propria dignità agli occhi del mondo intero. Durante la loro visita nel nostro paese, i leader di molti paesi ed inviati stranieri hanno ammirato la solida unità del Partito e delle masse popolari, e la vigorosa avanzata di tutto il popolo, convinti della vittoria, sotto la leadership del Partito. Devo anche dire, che il compagno Kim Jong Il ha reso distinti servizi quando, sviluppando la potente forza motrice rivoluzionaria, saldando il Partito alle masse popolari in un singolo organismo socio-politico, ha effettuato un grande cambiamento storico trasformando la natura e la società. Ciò rivela la sua lealtà alla causa rivoluzionaria del Juché e dimostra anche le sue autorevoli qualità e abilità come Leader. La leadership del compagno Kim Jong Il ha portato un altro cambiamento anche nella costruzione delle forze armate. Il compagno Kim Jong Il è dotato di tutte le migliori qualità richieste per essere Leader del popolo. È, prima di ogni altro, infallibilmente devoto e leale al Partito e alla rivoluzione, e al paese e al popolo. Compie ogni sforzo possibile, ed esegue ogni cosa che pensa sia necessaria per il paese ed il popolo. [...] Il compagno Kim Jong Il si è sempre preso cura del popolo e dei suoi compagni durante la rivoluzione. Quando si fida di qualcuno, lo tiene caro a sé, come un suo compagno rivoluzionario, e si interessa del suo destino fino alla fine. Se gli ufficiali commettono degli errori nel loro lavoro, si sente dispiaciuto per loro. Mentre li critica strenuamente, egli si aggiudica la loro lealtà, si fida di loro invariabilmente, e li istiga a migliorare la loro integrità politica. Perciò, i nostri ufficiali guardano al criticismo del Partito come fosse un'espressione di fiducia in loro e uno sforzo per correggere i loro errori, ed un modo per rimanere leali al Partito fino alla morte. Il compagno Kim Jong Il si è sempre preso cura dei lavoratori, dei contadini, degli intellettuali e a tutte le altre sezioni della popolazione nelle sue mani, si spinge ad essere i maestri della nostra società e li conduce ad adempiere al loro ruolo da maestri. […] Per la sua abilità di comando ed il suo carattere e per la sua lealtà, devozione e sviluppo, il compagno Kim Jong Il si è guadagnato il rispetto e la benevolenza del popolo così come un alto prestigio come loro Leader. È una persona che fa sforzi sinceri e combatte per il popolo con tutta la sua devozione, ed otterrà il supporto popolare e un'ottima reputazione pubblica, sebbene si astenga dal mettersi in mostra. Al compagno Kim Jong Il non piace essere sotto i riflettori, poiché crede che tutto ciò di cui ha bisogno è lavorare con lealtà verso il paese e i suoi compagni, ma il nostro popolo lo rispetta e lo sostiene, chiamandolo da molto tempo “Caro Leader”. È causa di grande soddisfazione, il fatto che il compagno Kim Jong Il, in quanto leader che porterà avanti la causa rivoluzionaria del Juché, sia rispettato, amato e ammirato dal suo popolo. [...] Il XIX meeting plenario del VI Comitato Centrale del nostro Partito ha acclamato il compagno Kim Jong Il come Supremo Comandante dell'Esercito Popolare di Corea. […]. Gli ufficiali e gli uomini dell'Esercito Popolare Coreano, e tutte le persone che si compiacciono nell'avere come Supremo Comandante dell'Esercito Popolare Coreano il compagno Kim Jong Il, stanno augurandogli un benvenuto entusiastico. […] La leadership di Kim Jong Il serve a prevenire l'infiltrazione, tra noi, di idee borghesi, revisioniste, serviliste e tutte le correnti ideologiche eterogenee che sono contrari all'idea rivoluzionaria del nostro Partito, così che ognuno nel nostro Partito, ed i ranghi rivoluzionari possano respirare la stessa aria del Partito, parlare in accordo con le intenzioni del Partito e camminare sul suo stesso sentiero. I veterani della rivoluzione anti-giapponese devono essere da esempio nel supportare il compagno Kim Jong Il.» [Kim Il Sung, 'Per il completamento della causa socialista']
Inoltre rileviamo un fattore di grande importanza. Kim Jong Il non salì al potere successivamente alla morte di Kim Il Sung, ma solo nel 1997. Solo nel 1997 viene infatti eletto alla carica di Segretario del Partito del Lavoro di Corea, massimo incarico della Repubblica Popolare. In effetti, si sa poco sul periodo 1994-1997, ma, da varie fonti, si sa con certezza che l'ascesa di Kim Jong Il non fu né semplice né immediata. Vari oppositori c'erano nel Partito, e la sua salita al potere non era una cosa scontata, benché Kim Il Sung l'avesse auspicata prima di morire. Ma in una monarchia assoluta il cambio generazionale è una questione "di routine", nel senso che non vi sono opposizioni, né battibecchi interni. È palese che la Corea non sia affatto una monarchia, né abbia alcun aspetto monarchico. Per concludere, citiamo alcuni pezzi di Kim Il Sung e Kim Jong Il dove si critica il nepotismo:

«Dobbiamo completamente spiegare e portare la linea e le politiche interne del Partito ai lavoratori, ed assicurarci che acquisiscano una chiara comprensione degli elementi essenziali e della sua correttezza. In questo modo, dobbiamo fare in modo che resistano veementemente a tutti gli elementi ideologici sbagliati, contro-rivoluzionari – come il revisionismo, l'opportunismo di sinistra, il servilismo nei confronti delle grandi potenze, le idee borghese, le idee feudali confuciane, il fazionalismo, il parrochialismo e il nepotismo;» [Kim Il Sung, 'Imbracciamo lo spirito rivoluzionario dell'indipendenza, dell'autosufficienza e dell'autodifesa più in profondità in tutte le attività dello stato', 16 dicembre 1967]

«In particolare, [Kim Il Sung] insistette sulla necessità di opporsi al revisionismo, al fazionalismo, al regionalismo e al nepotismo e preservare l'unità d'idee e di obbiettivi del Partito così che tutti i membri del Partito e delle organizzazioni pensino ed agiscano come se il Comitato Centrale del Partito si occupasse del loro destino e lottino fino alla fine, benché qualsiasi circostanza si presenti.» [Kim Jong Il, 'Il Partito del Lavoro di Corea è un Partito rivoluzionario di tipo Juché che ereditato le gloriose tradizioni dell'Unione Anti-Imperialista', 17 ottobre 1982]

«Per mantenere l'unità e la coesione del Partito, è anche necessario guardarsi contro il parrochialismo, il nepotismo e gli altri elementi ideologici errati. Il parrochialismo e il nepotismo sono i semi del fazionalismo e, se sono conniventi, possono crescere fino a diventare fazioni e rompere così l'unità e la coesione del Partito.» [Kim Jong Il, 'Sui fondamenti della costruzione del Partito rivoluzionario', 10 ottobre 1992]

V

Dopo la questione della leadership, che mi pare sia stata ampiamente risolta, passiamo ad un'altra questione. Si dice che in Corea si confonde il socialismo con l'indipendenza, così come si confonde l'anti-imperialismo con il socialismo! Niente di effettivamente più ridicolo, anche perché, detto ciò, sarebbe opportuno citare discorsi o scritti dei Kim, dove effettivamente si "confonde il socialismo con l'indipendenza". Eppure non c'è nulla (o forse non si trova nulla), e tutto ciò ha la semplice aria di un vagheggio terminologico, tra l'altro su questioni di secondaria importanza. Sulla dittatura del proletariato e sul socialismo, sembra evidente che la concezione dei coreani coincida con quella marxista, senza confusioni con la sovranità:

«[...] il periodo di transizione dal capitalismo al socialismo o al comunismo finirà inevitabilmente con l'emergere di una società senza classi e senza distinzioni tra i lavoratori di città e di campagna, con la distruzione della classe capitalista. [...] La più alta fase del comunismo non è solamente intesa come una società senza classi dove non c'è distinzione tra gli operai ed i contadini, ma anche una società altamente avanzata dove non c'è distinzione tra il lavoro fisico ed il lavoro mentale e dove ogni membro della società, in concordanza con le sue capacità, riceve quando desidera.» [Kim Il Sung, 'Sulla questione del periodo di transizione dal capitalismo al socialismo e sulla dittatura del proletariato', 25 Maggio 1967]

Sulla confusione tra sovranità e socialismo sconfiniamo ancora nel ridicolo, infatti mai in nessuno scritto si sono mai confusi questi due concetti. Al massimo li si è analizzati e confrontati, ma non vi è mai stata alcuna confusione. Alcune citazioni possono chiarire la questione:

«La lotta dei popoli dell'Asia, dell'Africa e dell'America Latina contro l'imperialismo ed il colonialismo è una lotta sacra lotta per centinaia di milioni di popoli oppressi ed umiliati; è anche una grande battaglia per uccidere l'imperialismo. Questa lotta, e la lotta della classe lavoratrice per il socialismo, sono le due maggiori forze della nostra era, e uniti possono condurre l'imperialismo alla morte.» [Kim Il Sung, 'Intensifichiamo la lotta contro l'imperialismo e contro gli USA', 12 agosto 1967]

«Sotto la difficile situazione nella quale gli imperialisti americani, i capi dell'imperialismo mondiale, hanno occupato la metà del nostro territorio e stanno perpetrando manovre aggressive senza fine contro la nostra Repubblica, il nostro popolo ha portato a compimento due compiti allo stesso tempo: costruire il socialismo indipendentemente, e contrastare le manovre aggressive dell'imperialismo per riunificare il paese. Attualmente, il nostro popolo sta combattendo, sopportando un peso doppio e triplo sulle sue spalle. Tuttavia, il nostro Partito si è sempre basato sul supporto rivoluzionario con la convinzione che la vittoria sarà ottenuta, precisamente perché la nostra rivoluzione è stata rafforzata. [...] Nonostante le manovre disperate dell'imperialismo americano e dei suoi tirapiedi, la nostra Repubblica sta avanzando lungo la via del socialismo senza il minimo vacillamento. Incoraggiati da questo, il popolo Coreano del sud sta combattendo risolutamente contro gli Stati Uniti e per l'indipendenza, contro il fascismo e per la democrazia, e con ciò scuote violentemente il dominio coloniale dell'imperialismo americano. Il fatto che il nostro paese, seppur piccolo, stia mantenendo salda la sua indipendenza mentre sta costruendo con successo il socialismo, confrontato con le forze alleate all'imperialismo, è un chiaro esempio che il socialismo sia in tutti i modi superiore al capitalismo ed ha una vitalità indomabile. [...] I popoli progressisti del mondo devono distruggere ogni manovra degli imperialisti per la divisione e l'alienazione, e unirsi fermamente sotto la bandiera dell'indipendenza contro l'imperialismo, indipendentemente dalle ideologie, dai sistemi e dalle religioni. Non c'è dubbio che se tutti gli anti-imperialisti, le forze indipendenti nel mondo, combattessero unitamente come una sola, sarebbero capaci di distruggere l'imperialismo e creare un mondo nuovo, indipendente.» [Kim Jong Il, 'Marciamo avanti dinamicamente lungo la strada del socialismo e del comunismo sotto la bandiera spiegata della lotta anti-imperialista', 25 settembre 1987]

Oltre alle singole citazione, basta leggere attentamente opuscoli come 'Marciamo avanti dinamicamente lungo la strada del socialismo e del comunismo sotto la bandiera spiegata della lotta anti-imperialista' di Kim Jong Il, 'Combattiamo risolutamente per implementare i tre principî per la riunificazione nazionale' sempre di Kim Jong Il, per vedere che non c'è alcuna minima confusione tra socialismo e sovranità, tra marxismo e anti-imperialismo, ma una chiara e netta distinzione tra i popoli "progressisti anti-imperialisti" e i "popoli socialisti".
Il capitolo "Introduction" (i capitoli successivi saranno criticati in successi scritti) si conclude così, e penso che tutte le calunnie, tutte le infamie (scritti per altro gente che si ritiene marxista) siano state ampiamente smontate.
 
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