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Internazionalismo, bandiera dei comunisti, V. Zagladin

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view post Posted on 13/6/2013, 00:41

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Dalla «Pravda», 20 aprile 1976:


Internazionalismo, bandiera dei comunisti


I.


[…]

II.


Nel Rapporto del Comitato Centrale al XXV Congresso del PCUS è stato rilevato con particolare forza che ai nostri giorni l’internazionalismo proletario, che è uno dei principi fondamentali del marxismo-leninismo, ha assunto un’importanza particolare, ha ottenuto un vasto appoggio da parte dei partiti fratelli di varie regioni del mondo.
Dall’epoca della sua nascita, nella metà del secolo scorso, l’internazionalismo proletario si è costantemente sviluppato, arricchito. Il suo influsso sullo sviluppo è andato crescendo.
Nel 1847, quando la grande parola d’ordine «Proletari di tutti i paesi, unitevi!» fu proclamata per la prima volta nel Manifesto del Partito comunista di K. Marx e F. Engels, essa esprimeva sia la comunanza oggettiva degli interessi della classe operaia di tutti i paesi nella lotta contro la borghesia che la decisa volontà dell’avanguardia rivoluzionaria di allora di lottare per un’unione efficace degli operai di diversa nazionalità in questa lotta.
Più tardi, nel corso della seconda metà del secolo, in una serie di paesi sorsero partiti rivoluzionari della classe operaia che si posero sotto la bandiera del comunismo scientifico. Da allora fino ai nostri giorni l’internazionalismo proletario rappresenta la base incrollabile dei rapporti fra i partiti marxisti-leninisti.
Nel 1917 sull’arena della storia mondiale comparve il primo stato socialista, l’Unione Sovietica, che permeò tutta la sua politica internazionale di spirito internazionalista, la costruì sui principi dell’internazionalismo. Il legame reciproco e l’appoggio reciproco fra classe operaia che aveva vinto, socialismo e lavoratori di tutti gli altri paesi divennero da allora una specie di asse dell’internazionalismo proletario, una parte importante della sua sostanza.
La nascita del sistema socialista mondiale portò ad un ulteriore arricchimento del contenuto dell’internazionalismo proletario con la comparsa di nuove forme e principi che riflettono i rapporti fra gli stati della classe operaia vincitrice, fra i loro popoli. Queste norme e principi hanno avuto nei documenti delle conferenze internazionali del 1957 e del 1960 il nome di internazionalismo socialista. M. Thorez al plenum del CC del PCF nel dicembre del 1960, parlando del significato dell’unità degli stati socialisti, sottolineò: «La stretta osservanza dei principi dell’internazionalismo socialista è una legge incontestabile per essi».
Il periodo postbellico è stato caratterizzato anche da un altro importante avvenimento storico, il crollo del sistema coloniale. Stabilendo i loro contatti con gli stati nati sulle rovine degli imperi coloniali i partiti comunisti del mondo anche in questo caso si sono basati sui principi dell’internazionalismo proletario. A loro volta le forze rivoluzionarie dei giovani stati liberatisi si armano dei principi della solidarietà internazionalista.
Questo processo continuo di arricchimento del contenuto dell’internazionalismo proletario, dell’ampliamento della sfera di attività della politica internazionalista ha trovato il suo riflesso in quella parola d’ordine che fu avanzata alla Conferenza internazionale dei comunisti nel 1969: «Popoli dei paesi socialisti, proletari, tutte le forze democratiche nei paesi del capitale, popoli liberatisi e oppressi, unitevi nella lotta comune contro l’imperialismo, per la pace, l’indipendenza nazionale, il progresso sociale, la democrazia e il socialismo!».
L’efficacia di questa parola d’ordine è stata interamente confermata al XXV Congresso del PCUS, dove erano presenti più di cento — il numero più alto negli ultimi anni — delegazioni di partiti comunisti e partiti e organizzazioni democratico-rivoluzionarie. La presenza stessa di queste delegazioni, i loro interventi alla tribuna del Congresso, le idee da loro avanzate, tutto ciò testimonia dell’ulteriore ampliamento e rafforzamento dei legami fecondi dell’internazionalismo che legano indissolubilmente il nostro partito con tutti i reparti del fronte mondiale di lotta per la pace e la libertà dei popoli, per il progresso sociale e il socialismo.

III.


La crescita ulteriore dell’importanza e della funzione dello internazionalismo proletario è condizionata ai nostri giorni da una serie di circostanze. Nei loro interventi al XXV Congresso del PCUS i rappresentanti dei partiti fratelli hanno messo in evidenza a questo riguardo prima di tutto i seguenti momenti principali.
L’influenza, le possibilità del socialismo mondiale, del movimento comunista e operaio, delle forze del movimento di liberazione nazionale sono così notevoli che lo sfruttamento di queste possibilità, di questa potenza negli interessi della pace e del progresso sociale è un sacro dovere di ogni vero rivoluzionario, un suo stretto dovere internazionale di fronte agli uomini che lavorano. E lo sfruttamento di queste possibilità presuppone prima di tutto l’unione internazionale di tutte le forze rivoluzionarie.
Negli ultimi anni è cresciuto e si è rafforzato il movimento comunista. Negli ultimi cinque anni il numero dei comunisti nel mondo non socialista è aumentato di quasi un milione di persone. Si sono notevolmente rafforzate le posizioni di tali partiti fratelli, come il partito italiano (1.700.000 iscritti), indiano (600 mila), francese (500 mila), giapponese (400 mila). Si sviluppano con successo i partiti fratelli nella RFT, Danimarca, Svizzera, Lussemburgo, Sri Lanka, Perù, Equador e in molti altri paesi. Come ha detto nel rapporto al XXV Congresso del PCUS il compagno L. I. Brežnev, il nostro paese, il nostro popolo danno un’alta valutazione dei successi dei fratelli di classe negli altri paesi, delle conquiste dei comunisti di tutto il mondo.
La crescita delle possibilità del movimento comunista porta al fatto che l’ulteriore unione internazionale dei comunisti del mondo si presenta oggi come un compito particolarmente attuale. «Il nostro partito, — ha dichiarato il compagno Kadar, — è convinto che nell’epoca moderna cresce l’importanza dell’internazionalismo proletario».
Inoltre i rappresentanti di molti partiti fratelli hanno rilevato l’importanza di una giusta combinazione fra internazionale e nazionale, generale e particolare nella lotta rivoluzionaria. Di ciò hanno parlato il segretario generale del Partito comunista degli USA G. Hall, il presidente del Partito comunista dell’India compagno A. Dange, il segretario generale del CC del Partito comunista argentino compagno Arnedo Alvarez ed altri. Ha avuto un appoggio completo la tesi avanzata nel Rapporto del CC del PCUS al Congresso, secondo cui la profonda comprensione delle leggi generali di sviluppo della rivoluzione e dell’edificazione del socialismo e del comunismo, il basarsi su di esse insieme all’approccio creativo e tenendo conto delle condizioni concrete in ogni paese sono stati e rimangono un tratto inalienabile dei marxisti-leninisti.
Poi. Nelle condizioni attuali si manifesta in maniera sempre più chiara la crescente integrazione dell’attività delle forze reazionarie imperialistiche sia in campo economico, che politico e sociale. Ciò si fa sentire prima di tutto nella crescita delle compagnie multinazionali, nella tendenza che si manifesta sempre più chiaramente al coordinamento dell’attività dei monopoli e degli istituti politici che salvaguardano i loro interessi su scala mondiale. Una funzione importante viene svolta in questo senso dai blocchi militari imperialistici e prima di tutto dalla Nato. «Questi sforzi coordinati del nemico, — ha detto il primo segretario del partito greco compagno Florakis, — possono e debbono essere respinti dai partiti comunisti e operai».
E infine, intervenendo al Congresso, i rappresentanti di una serie di partiti fratelli hanno rivolto l’attenzione sul fatto che i nemici della pace e del progresso sociale, a cominciare dalla reazione imperialista per finire con i maoisti, nella loro attività antipopolare puntano sempre più sul tentativo di dividere le file dei comunisti, di minare la compattezza del movimento operaio e antimperialista. «Essi, — ha rilevato il segretario generale del CC del Partito comunista della Colombia compagno Vieira, — cercano di mettere dei cunei nel movimento operaio e rivoluzionario internazionale, puntando nel far ciò sul nazionalismo, ricorrono ad ogni genere di calunnie antisovietiche e provocazioni. È una questione d’onore e un dovere di principio quello di intervenire nell’incessante lotta ideologica e politica contro tutte le forme di antisovietismo e in maniera particolare contro la sua variante più rozza, l’assurdo antisovietismo sistematico».
La maggior parte degli ospiti stranieri del Congresso è stata concorde nel sostenere che oggi la lotta contro l’anticomunismo e l’antisovietismo è uno dei criteri principali dell’internazionalismo proletario, una delle premesse decisive del successo nella lotta rivoluzionaria, di liberazione.

IV.


La linea del movimento comunista, la linea dei marxisti-leninisti consiste nella lotta per l’ulteriore rafforzamento dello internazionalismo proletario, per l’aumento dell’efficacia della politica internazionalista. Invece la linea dei nemici del comunismo è una linea rivolta a minare l’internazionalismo proletario, a indebolire la sua efficacia.
I politici e gli ideologi borghesi avanzano diverse considerazioni dirette a calunniare l’internazionalismo, i suoi principi, a minare la forza della solidarietà internazionalista.
Così, ad esempio, viene avanzata la tesi, secondo cui l’internazionalismo è un’arma d’ingerenza di alcuni partiti negli affari degli altri e persino quasi una copertura per l’egemonia dei grossi partiti nei riguardi di partiti meno numerosi. Tuttavia la realtà confuta in modo convincente simili affermazioni. L’internazionalismo proletario unisce organicamente la solidarietà e l’aiuto reciproco dei partiti fratelli con la loro indipendenza, sovranità, uguaglianza, non ingerenza negli affari interni sia delle nazioni che dei partiti comunisti. Il riconoscimento unilaterale solo dell’indipendenza, della sovranità, dell’uguaglianza e della non ingerenza senza la solidarietà e l’appoggio reciproco porterebbe praticamente alla distruzione dell’internazionalismo proletario e con ciò porterebbe a minare le possibilità e le forze di ogni singolo partito fratello. È del tutto chiaro che proprio l’aiuto reciproco e la solidarietà aiutano a difendere l’indipendenza di ogni partito, a rafforzare le sue posizioni nella lotta contro l’imperialismo.
Attacchi contro l’internazionalismo vengono intrapresi tuttavia anche all’interno dello stesso movimento operaio, rivoluzionario. Alcuni affermano, ad esempio, che l’internazionalismo sarebbe superato e che non ci possono essere principi generali internazionali di politica proletaria, comunista. Affermazioni di questo genere contrastano interamente con il vero stato delle cose. «… Rinunciare all’internazionalismo proletario, — ha rilevato al XXV Congresso il compagno L. I. Brežnev, — significherebbe privare i partiti e in generale il movimento operaio di un’arma potente e collaudata».
Un elemento importante dell’internazionalismo sia nella teoria che nella prassi è indubbiamente l’atteggiamento dei reparti nazionali del movimento rivoluzionario verso l’esperienza accumulata da altri reparti di questo movimento.
Talvolta si sente dire che l’esperienza dei paesi socialisti, in particolare dell’Unione Sovietica, non sarebbe adatta da essere utilizzata dagli altri partiti. Che si può dire a questo proposito?
Non c’è dubbio che, e i marxisti-leninisti si sono sempre basati su questo, è impensabile e deve essere esclusa la ripetizione meccanica e il copiare l’esperienza di un partito da parte degli altri partiti. Le condizioni esistenti persino in due paesi confinanti non possono mai essere identiche. Il passato storico del popolo, le sue tradizioni, le particolarità della sua cultura, ecc., di tutto ciò si deve tener conto nell’effettuare la trasformazione rivoluzionaria della società. E nessun partito, che sia veramente marxista-leninista, si permette di imporre la sua esperienza agli altri popoli. Il nostro partito ha ripetutamente dichiarato che ciò è estraneo alla sua politica.
D’altra parte l’esperienza accumulata dal movimento rivoluzionario mondiale, l’esperienza di qualsiasi partito è un aiuto inestimabile per i rivoluzionari di tutti i paesi. Non copiandola, ma studiandola attentamente, traendo lezioni da essa, qualsiasi partito facilita con ciò la via della lotta rivoluzionaria e le ricerche della giusta soluzione dei problemi che gli si pongono. Ed è indubbio che nonostante tutte le differenze della situazione lo studio, la conoscenza dell’esperienza dei paesi, dove è già stata costruita e si sviluppa con successo la società socialista, sono utili anche a quei partiti che lottano per la trasformazione socialista della società nei loro paesi.
I rappresentanti dei partiti fratelli al XXV Congresso del PCUS hanno parlato della grande importanza per loro della esperienza del PCUS. Il nostro partito ha sempre considerato e considera questo atteggiamento verso la sua esperienza come una manifestazione di un approccio internazionalistico, fraterno. Nello stesso tempo, come il PCUS ha ripetutamente dichiarato tale atteggiamento degli amici stimola i comunisti sovietici a considerare le loro azioni con ancora maggiore responsabilità. Come membro della grande famiglia di comunisti del mondo il PCUS ha agito, agisce e agirà sempre in maniera tale da corrispondere con onore all’attenzione e alla fiducia dei comunisti di tutti i paesi.
Il XXV Congresso del Partito comunista dell’Unione Sovietica si è svolto sotto la bandiera dell’internazionalismo, sotto la bandiera del rafforzamento delle sue posizioni nel mondo di oggi. Dopo il nostro congresso si sono svolti i congressi del Partito comunista tedesco, del Partito comunista bulgaro, del Partito comunista cecoslovacco, del Partito comunista belga. C’è stato un Plenum del CC della SED dedicato al XXV Congresso del PCUS. Una serie di altri partiti fratelli ha effettuato delle riunioni dei propri organi dirigenti. E tutte queste assemblee dei comunisti, come anche il Congresso del PCUS, hanno confermato interamente la tendenza all’ulteriore rafforzamento dell’internazionalismo proletario, la sua crescente forza ideale e politica.
Nell’internazionalismo c’è garanzia di nuove vittorie della grande causa per la quale conducono la lotta i comunisti del mondo.

Edited by Andrej Zdanov - 19/7/2014, 21:52
 
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