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Le sanzioni di distruzione di massa, Stephen Gowans

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Songun CCCP
view post Posted on 11/6/2013, 11:29




Datato 2010.

"Le sanzioni economiche sono, nella loro essenza, una guerra contro la salute pubblica."-The New England Journal of Medicine [1]

Amnesty International ha di recente pubblicato un rapporto che condanna il governo della Corea del Nord per non aver adempiuto ai "suoi obblighi di rispettare, proteggere e garantire il diritto alla salute dei suoi cittadini", citando "privazioni significative (dei nordcoreani) nel godimento del diritto a cure adeguate, in gran parte a causa di politiche governative fallite o controproducenti". Il rapporto documenta di fatiscenti strutture sanitarie che "operano con frequenti interruzioni di corrente e senza riscaldamento" e personale medico che "spesso non riceve lo stipendio e di molti ospedali privi di medicine essenziali". Sono orribili le storie raccontate sulle operazioni effettuate senza anestesia. La colpa di tutto ciò è attribuita esclusivamente al governo della Corea del Nord [2]. Anche se non dichiarata, l'accusa è che la Corea del Nord sia uno Stato fallito, la cui immediata scomparsa può essere ardentemente auspicata (o ci si può adoperare affinché avvenga).

L'attacco è appoggiato da Barbara Demick, capo dell'ufficio di Pechino per il Los Angeles Times e autrice di "Nothing to Envy: Ordinary Lives in Corea del Nord". Scrivendo sul quotidiano britannico The Guardian, riconosce alla Corea del Nord notevoli risultati sociali - un riconoscimento che non sarebbe mai stato consentito sulle pagine di un importante quotidiano occidentale in piena Guerra Fredda - ma lo fa solo per dimostrare in che misura il paese è regredito.

"Il paese una volta possedeva un sistema sanitario invidiabile," scrive Demick, "con una rete di quasi 45.000 medici di famigli, circa 800 ospedali e 1.000 cliniche quasi gratuite per i pazienti. Lo sono ancora, ma non si ottiene molto in ospedale in questi giorni". Demick continua: "Il sistema scolastico che, una volta consentì al fondatore della Corea del Nord, Kim Il-Sung di affermare che il suo paese era il primo in Asia ad aver eliminato l'analfabetismo è ora crollato. Gli studenti non hanno libri, sono senza carta, senza matite". [3]

Non emerge invece il ruolo delle sanzioni in questo "grande balzo all'indietro" della Corea del Nord [4] descritto da Demik o nella condanna di Amnesty per non aver salvaguardato i diritti alla salute fondamentali dei suoi cittadini. Invece, entrambi puntano su una fallita riforma monetaria, come fosse da sola la responsabile per la discesa profonda del Paese verso la povertà. Non menzionano il fatto che nessun altro paese è stato sottoposto a una più lunga e decisa campagna di guerra economica come la Corea del Nord o, negli ultimi anni, a un regime di sanzioni ONU poco dissimile da quello che ha distrutto il sistema sanitario dell'Iraq negli anni '90, e che nel periodo 1991-1998 ha portato alla morte di mezzo milione di bambini iracheni sotto i cinque anni [5]. Questo è stato imposto a un paese che lotta con la scarsità di cibo dopo la caduta dell'URSS e il crollo del sistema di relazioni commerciali del campo socialista e a causa di una serie di calamità naturali.

Non si parla degli sforzi di Washington per "spremere la Corea del Nord con ogni sanzione finanziaria possibile", con lo scopo di portare al crollo l'economia del paese, [6] e con essa, del suo sistema sanitario ed educativo pubblico. […]

Sia Amnesty che Demick operano nel quadro della propaganda occidentale. Come sottolinea Tim Beal uno specialista della Corea del Nord, la propaganda occidentale invoca la cattiva gestione economica come spiegazione per l'economia al collasso della Corea del Nord, nonostante l'ovvia spiegazione alternativa: le sanzioni. "Le conseguenze - quei bambini malnutriti", ha scritto Beal profeticamente tre anni fa, "possono essere imputate ai coreani, provando quindi il fatto che le sanzioni sono auspicabili e necessarie". [8]

Le sanzioni di distruzione di massa

"Contrariamente alle vittime facilmente osservabili in guerra, le conseguenze apparentemente non violente dell'intervento economico sembrano un'alternativa accettabile. Tuttavia, studi recenti suggeriscono che le sanzioni economiche possono nuocere gravemente alla salute delle persone che vivono nei paesi colpiti" [9]. Questo è stato ben precisato e ampiamente accettato nel caso dell'Iraq negli anni '90 e del blocco in corso degli Stati Uniti contro Cuba. Studiosi politici come John e Karl Mueller hanno scritto un importante articolo su Foreign Affairs, in cui mostrano che le sanzioni economiche "possono aver contribuito a causare più morti durante il periodo post-Guerra fredda che tutte le armi di distruzione di massa nel corso della storia". [10]

"I pericoli posti oggi da simili Stati indeboliti, impoveriti e isolati, come l'Iraq e la Corea del Nord, sono davvero scarsi", scrivevano nel 1999. Si potrebbe aggiungere che i pericoli posti dalla Corea del Nord all'incolumità fisica dei cittadini degli Stati Uniti non solo sono scarsi, ma di portata infinitesimale. Nonostante le febbrili fantasie dei commentatori di destra, la Corea del Nord non ha né i mezzi, né la volontà di morte necessaria per colpire gli Stati Uniti. Tuttavia, il pericolo che il paese rappresenta per l'idea di dominio degli Stati Uniti - e, di conseguenza, delle banche, delle grandi imprese e dei grandi investitori che dominano l'agire politico statunitense - è certamente un po' più grande.

Invece di "gravi sanzioni economiche", sostengono i Muellers, si dovrebbe usare "la vecchia definizione di guerra economica. Nelle guerre passate, l'embargo economico causò un gran numero di morti. Circa 750.000 civili tedeschi possono essere morti a causa del blocco navale alleato durante la Prima guerra mondiale" [11].

"Fino a quando possono coordinare i loro sforzi", continuano i due scienziati politici, "i grandi paesi hanno a disposizione un'arma credibile, potente e poco costosa da utilizzare contro nemici di piccole e medie dimensioni. I poteri dominanti hanno dimostrato di poter infliggere un enorme dolore ad un costo molto piccolo per sé o per l'economia globale. Infatti, nel giro di pochi mesi o anni intere economie possono essere devastate... "[12] e con le economie devastate, arrivano i sistemi sanitari fatiscenti e la mancata assistenza sanitaria alla popolazione.

Sessanta anni di sanzioni

Dal momento in cui hanno imposto un embargo totale sulle esportazioni verso la Corea del Nord, tre giorni dopo che la Guerra di Corea aveva inizio nel giugno 1950, gli Stati Uniti hanno mantenuto contro di essa un regime ininterrotto di sanzioni economiche, finanziarie e diplomatiche. [13]. Queste includono:

- Limiti alle esportazioni di beni e servizi.
- Divieto della maggior parte degli aiuti stranieri e delle vendite agricole.
- Divieto del finanziamento bancario per l'importazione ed esportazione.
- Negazione di condizioni commerciali favorevoli.
- Divieto di importazioni dalla Corea del Nord.
- Blocco dei prestiti o finanziamenti attraverso le istituzioni finanziarie internazionali.
- Limiti alla concessione di licenze per l'esportazione verso la Corea del Nord di medicine e prodotti alimentari.
- Negazione del finanziamento pubblico delle esportazioni di alimenti e medicine verso la Corea del Nord.
- Divieto di operazioni di importazione e esportazione nel settore dei trasporti.
- Divieto di esportazioni dei prodotti a duplice uso (ad esempio, beni civili che potrebbero essere adattati a scopi militari).
- Divieto su alcune transazioni bancarie commerciali. [14]

Negli ultimi anni, le sanzioni degli Stati Uniti sono state integrate da "tentativi di sequestro dei beni e taglio dei flussi finanziari" [15], impedendo che le banche che si occupano di aziende nordcoreane abbiano l'accesso al sistema bancario statunitense. Lo scopo è di rendere la Corea del Nord un paria bancario che nessuna banca al mondo toccherà. L'ex presidente degli Stati Uniti George W. Bush era "deciso a spremere la Corea del Nord con ogni sanzione finanziaria possibile" fino al crollo della sua economia [16]. L'amministrazione Obama non si è allontanata dalla politica di Bush di strangolamento finanziario.

Washington ha anche agito per ampliare il morso delle sanzioni, premendo sugli altri paesi per unirsi alla sua campagna di guerra economica contro un paese colpevole di mantenere un sistema marxista-leninista e non di mercato [17]. Ciò ha incluso la promozione di una risoluzione delle Nazioni Unite che esorta tutte le nazioni ad astenersi dall'esportazione di prodotti a duplice uso in Corea del Nord (una ripetizione del regime di sanzioni che ha portato al crollo del sistema sanitario iracheno negli anni '90). Washington si è addirittura spinta fino al punto di premere (senza successo) sulla Cina per interrompere l'erogazione di petrolio alla Corea del Nord [18].

Sanzioni sui prodotti a duplice uso: obiettivo Iraq anni '90

Il rapporto di Amnesty accusa Pyongyang di una carenza di siringhe negli ospedali. Negli anni '90, anche l'Iraq soffrì di una carenza simile e non a causa di mancate politiche del governo, ma perché "l'importazione di alcuni materiali disperatamente necessari era stata ritardata o negata a causa delle preoccupazioni che avrebbero potuto contribuire ai programmi di armamento di distruzioni di massa dell'Iraq. Forniture di siringhe sospese a causa delle paure legate alle spore di antrace" [19]. Come l'Iraq di quegli anni, la Corea del Nord è sotto sanzioni che vietano articoli a duplice uso - beni importanti per usi civili ma che potrebbero anche essere utilizzati per la produzione di armi. "Tecniche medico-diagnostiche che utilizzano le particelle radioattive, una volta comuni in Iraq, erano vietate per effetto delle sanzioni e i sacchetti di plastica necessari alle trasfusioni di sangue, ristretti." [20]. Il 14 ottobre 2006 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha vietato l'esportazione verso la Corea del Nord di merci, comprese quelle utilizzate per scopi civili, che potrebbero contribuire ai programmi connessi alle armi di distruzione di massa - le stesse sanzioni che hanno portato, come minimo, a centinaia di migliaia di morti nel corso degli anni '90 in Iraq, quando l'esportazione di materiali potenzialmente bellici, anche essenziali per il mantenimento di servizi igienico-sanitari, trattamento delle acque e infrastrutture sanitarie, si era bloccata. Non una parola del regime di sanzioni crescenti contro la Corea del Nord è spesa nel rapporto di Amnesty, un'omissione così stridente che varrebbe come un rapporto sulle devastazioni post Seconda guerra mondiale in Europa che non menzioni le aggressioni naziste che l'avevano provocata. […]

La maggior parte del commercio della Corea del Nord dopo la caduta dell'Unione Sovietica avveniva con Cina, Giappone e Corea del Sud. Nel 2002, il Giappone ha vietato l'esportazione di riso alla Corea del Nord e vietato alle navi nordcoreane di utilizzare i porti giapponesi [22]. Nel 2009, Tokyo è andata oltre, imponendo il divieto totale di esportazioni verso il paese assediato [23]. Non c'è da stupirsi se l'ex presidente degli Stati Uniti George W. Bush ha chiamato la Corea del Nord "la nazione più sanzionata del mondo". [24]

Il cibo come arma

Il rapporto di Amnesty raccomanda che "i principali paesi donatori e vicini... assicurino che la fornitura di assistenza umanitaria in Corea del Nord si basi sulla necessità e non sia soggetta a condizioni politiche". Nel fare questa raccomandazione, l'organizzazione per i diritti umani riconosce tacitamente che l'assistenza umanitaria è stata infatti oggetto di condizioni politiche. (Se così non fosse, perché fare la raccomandazione?). In effetti, Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud hanno usato gli aiuti alimentari come arma. "Dopo il test missilistico del luglio 2006, la Corea del Sud ha annunciato piani per eliminare le 500.000 tonnellate di aiuti alimentari annuale che fornisce direttamente alla Corea del Nord". Allo stesso tempo, quelli provenienti dalla Cina sono calati di un terzo [25]. E nel 2005, l'amministrazione Bush ha tagliato tutti gli aiuti alimentari alla Corea del Nord [26]. In tutti i casi, l'assistenza umanitaria è stata negata per estorcere concessioni da Pyongyang.

Amnesty International e l'imperialismo

Il Comitato delle Nazioni Unite per i diritti economici, sociali e culturali riconosceva nel 1997, che le sanzioni "sono spesso causa di interruzioni significative nella distribuzione di prodotti alimentari, prodotti farmaceutici e forniture igienico-sanitarie, compromettendo la qualità del cibo e la disponibilità di acqua potabile, interferendo pesantemente con il funzionamento elementare dei sistemi sanitari ed educativi, e minacciando il diritto al lavoro" [27]. Queste interruzioni sono state evidenti in Iraq nel decennio 1990, e hanno portato alla rovina del sistema sanitario del paese, contribuendo a ciò che il coordinatore umanitario delle Nazioni Unite in Iraq, Denis Halliday, definì un "genocidio di fatto" [28]. Inoltre, gli effetti deleteri della guerra economica degli Stati Uniti al sistema sanitario cubano sono contestati da tutti tranne che dagli emigrati anti-castristi e dal governo degli Stati Uniti [29]. Se si riconosce che "le sanzioni economiche sono, nella loro essenza, una guerra contro la salute pubblica" e si conferma, come ha fatto l'ex presidente degli Stati Uniti, che la Corea del Nord è "la nazione più sanzionata del mondo", non è difficile derivare l'ovvia conclusione che il sistema sanitario fatiscente della Corea del Nord e il "grande balzo all'indietro" non sono dovuti in larga misura alle "mancate o controproducenti" politiche di Pyongyang ma alle politiche disumane di Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud.

La mancata denuncia di Amnesty del ruolo svolto dagli Stati Uniti e dai suoi alleati nel minare le condizioni che consentano a Pyongyang di soddisfare le necessità sanitarie e gli altri diritti dei nordcoreani e la volontà di svolgere un ruolo di legittimazione dell'agenda di politica estera di Washington, non sono senza precedenti. Mentre Amnesty criticava la situazione dei diritti umani nel Sudafrica dell'apartheid, fu la sola tra le organizzazioni per i diritti umani a rifiutare di denunciare l'apartheid stesso [30]. L'organizzazione ha anche rifiutato di condannare nel 1999 bombardamenti NATO della Jugoslavia [31], anche se erano un esercizio di predazione imperiale che ha negato i diritti di molti innocenti jugoslavi alla vita, alla sicurezza e al lavoro. […] Ma il suo servizio più eclatante alle esigenze di propaganda degli Stati Uniti è venuto nel 1991, quando pubblicò un rapporto sulla guerra del Golfo, sostenendo che i soldati iracheni strappavano i bambini kuwaitiani dalle incubatrici. Questa fu una beffa, perpetrata dalla figlia dell'ambasciatore del Kuwait negli Stati Uniti, orchestrata dalla società di pubbliche relazioni Hill & Knowlton, ingaggiata per lanciare una campagna di propaganda volta a mobilitare l'opinione pubblica in vista di una guerra degli Stati Uniti contro l'Iraq. Quando il presidente americano George H.W. Bush apparve in televisione per annunciare che stava preparando la guerra in Iraq, aveva una copia del rapporto di Amnesty fra le mani. [32]

Conclusione

[…] Amnesty ha più volte dimostrato di operare per giustificare l'imperialismo delle potenze dominanti. Nel caso della Corea del Nord ha dato un contributo prezioso alla campagna degli Stati Uniti e dei loro alleati dell'Asia orientale per far cadere una delle poche alternative rimaste al capitalismo e alla dipendenza del Terzo Mondo nei confronti di Stati Uniti ed ex potenze coloniali. Lo ha fatto perché soddisfa i due requisiti necessari affinché funzioni una campagna di propaganda anti-Corea del Nord: in primo luogo, per coprire il ruolo svolto dagli Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud nella prostrazione del sistema sanitario e educativo del paese; in secondo luogo per deplorare il conseguente caos nel governo della Corea del Nord. L'azione di Amnesty nel male indirizzare le responsabilità di questa tragedia non è meno vergognosa di quella dei governi che l'hanno perpetrata.

Note

1. Eisenberg L, "The sleep of reason produces monsters—human costs of economic sanctions," New England Journal of Medicine, 1997; 336:1248-50.
http://content.nejm.org/cgi/content/short/336/17/1247
2. Amnesty International, "The crumbling state of health care in North Korea", July 2010.
www.amnesty.org/en/library/asset/AS...240012010en.pdf
3. Barbara Demick, "North Korea's giant leap backwards", The Guardian (UK), July 17, 2010.
www.guardian.co.uk/world/2010/jul/1...ea-famine-fears
4. Ibid.
5. "Iraq surveys show ‘humanitarian emergency'", UNICEF.org, August 12, 1999.
www.unicef.org/newsline/99pr29.htm
6. The New York Times, September 13, 2006.
7. Stephen Gowans, "The sinking of the Cheonan", PSLweb.org, May 27, 2010.
www.pslweb.org/site/News2?page=News...ws_iv_ctrl=2801
8. Tim Beal, "Invisible WMD- the effect of sanctions", Pyongyang Report, Volume 9, Number 4, October 2007.
www.vuw.ac.nz/~caplabtb/dprk/pyr9_4.mht
9. Karine Morin and Steven H. Miles, "Position paper: The health effects of economic sanctions and embargoes: The role of health professionals", Annals of Internal Medicine, Volume 132, Number 2, 18 January 2000.
www.annals.org/content/132/2/158.abstract
10. John Mueller and Karl Mueller, "Sanctions of mass destruction", Foreign Affairs, Volume 78, Number 3, May/June 1999.
11. Ibid.
12. Ibid.
13. Dianne E. Rennack, "North Korea: Economic sanctions", Congressional Research Service, October 17, 2006.
www.au.af.mil/au/awc/awcgate/crs/rl31696.pdf
14. Ibid.
15. Mark Landler, "Envoy to coordinate North Korea sanctions", The New York Times, June 27, 2009.
www.nytimes.com/2009/06/27/world/am...ner=rss&emc=rss
16. The New York Times, September 13, 2006.
17. According to Rennack, the following US sanctions have been imposed on North Korea for reasons listed as either "communism", "non-market economy" or "communism and market disruption": prohibition on foreign aid; prohibition on Export-Import Bank funding; limits on the exports or goods and services; denial of favorable trade terms.
18. The Washington Post, June 24, 2005.
19. Mueller and Mueller.
20. Ibid.
21. The Washington Post, November 16, 2005.
22. Rennack.
23. "KCNA dismisses Japan's frantic anti-DPRK racket", KCNA, June 23, 2009.
24. U.S. News & World Report, June 26, 2008; The New York Times, July 6, 2008.
25. The Los Angeles Times, October 25, 2006.
26. The Washington Post, May 16, 2008.
27. United Nations Economic and Social Council, "The relationship between economic sanctions and respect for economic, social and cultural rights", December 12, 1997.
www.unhchr.ch/tbs/doc.nsf/0/974080d...57?Opendocument
28. Denis J. Halliday, "The Deadly and Illegal Consequences of Economic Sanctions on the People of Iraq", Brown Journal of World Affairs, Winter/Spring 2000 - Volume VII, Issue 1.
www.watsoninstitute.org/bjwa/archive/7.1/Essays/Halliday.pdf
29. Richard Garfield and Sarah Santana, "The Impact of the Economic Crisis and US Embargo on Health in Cuba", American Journal of Public Health, January 19997, Volume 87, Number 1.
www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1380757/
30. Francis A. Boyle and Dennis Bernstein, "Interview with Francis Boyle. Amnesty on Jenin", Covert Action Quarterly, Summer, 2002.
http://cosmos.ucc.ie/cs1064/jabowen/IPSC/p...rt.php?aid=4573
31. Alexander Cockburn, "How the US State Dept. Recruited Human Rights Groups to Cheer On the Bombing Raids: Those Incubator Babies, Once More?" Counterpunch, April 1-15, 1999.
http://cosmos.ucc.ie/cs1064/jabowen/IPSC/a...cle0005098.html
32. Boyle and Bernstein.
 
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