Archivio Ždanov

La nostra conoscenza dev’essere attiva. Bisogna saper maneggiare alla perfezione l’arma della teoria rivoluzionaria; essa deve colpire il nemico qualunque maschera porti.

Sojuz Koba 1961
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«Ogni centro industriale e commerciale possiede ora in Inghilterra una classe operaia divisa in due campi ostili, i proletari inglesi e i proletari irlandesi. L'operaio inglese medio odia l'operaio irlandese come un concorrente che abbassa il suo livello di vita. Rispetto al lavoratore irlandese egli si sente un membro della nazione dominante, e così si costituisce in uno strumento degli aristocratici e dei capitalisti del suo paese contro l'Irlanda, rafforzando in questo modo il loro dominio su lui stesso. Si nutre di pregiudizi religiosi, sociali e nazionali contro il lavoratore irlandese. [...] L'irlandese gli rende la pariglia, e con gli interessi. Egli vede nell'operaio inglese nello stesso tempo il complice e lo strumento stupido del dominio inglese sull'Irlanda. Questo antagonismo è artificialmente mantenuto e intensificato dalla stampa, dagli oratori, dalle caricature, in breve da tutti i mezzi di cui dispongono le classi dominanti. Questo antagonismo è il segreto dell'impotenza della classe operaia inglese, a dispetto della sua organizzazione. È il segreto grazie al quale la classe capitalista mantiene il suo potere. E questa classe ne è perfettamente cosciente.»
(Karl Marx, Lettera a Sigfried Meyer e August Vogt)

«Le associazioni che si sono avute finora (naturali o artificiali) esistevano sostanzialmente per fini economici, ma tali fini erano celati e sepolti sotto fatti ideologici secondari. La polis antica, la città o corporazione medioevali, la lega feudale della nobiltà terriera, tutte ebbero fini ideologici secondari che santificavano e che, nell'associazione di stirpe dei patrizi e nella corporazione derivavano (quanto nella polis antica) da ricordi, tradizioni e ideali della società gentilizia. Le società mercantili capitalistiche sono le prime affatto disincantate e pragmatiche... ma meschine. L'associazione del futuro unirà la sobrietà di queste ultime con la sollecitudine per il bene comune della società di quelle antiche, e soddisferà così il suo fine.»
(Friedrich Engels, Prima Edizione Russa delle Opere di Marx ed Engels, Vol. XVI)

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«Fino a quando gli uomini non avranno imparato a discernere, sotto qualunque frase, dichiarazione e promessa morale, religiosa, politica e sociale, gli interessi di queste o quelle classi, essi in politica saranno sempre, come sono sempre stati, vittime ingenue degli inganni e delle illusioni. I fautori delle riforme e dei miglioramenti saranno sempre ingannati dai difensori del passato, fino a quando non avranno compreso che ogni vecchia istituzione, per barbara e corrotta che essa sembri, si regge sulle forze di queste o quelle classi dominanti. E per spezzare la resistenza di queste classi vi è un solo mezzo: trovare nella stessa società che ci circonda, educare e organizzare per la lotta forze che possono – e che per la loro situazione sociale debbano – spazzar via il vecchio ordine e crearne uno nuovo.»
(Vladimir Lenin, Tre fonti e tre parti integranti del marxismo)

«La forza del patriottismo sovietico risiede nel fatto che esso non si basa su pregiudizi razziali o nazionalisti, ma sul profondo amore del popolo per la patria sovietica e sulla fedeltà ad essa, che è la comunità fraterna dei lavoratori di tutte le nazioni del nostro Paese. Nel patriottismo sovietico, le tradizioni nazionali di tutti i popoli si accoppiano armonicamente con i comuni interessi di tutti i lavoratori sovietici. Il patriottismo sovietico non disgrega, ma unifica tutte le nazioni e popolazioni del paese in un'unica grande famiglia fraterna. In questa situazione si manifestano le basi della indistruttibile e sempre più forte amicizia dei popoli sovietici. Nello stesso tempo, i popoli dell'Unione Sovietica rispettano i diritti e l'indipendenza degli altri popoli ed hanno sempre dimostrato di essere pronti a vivere in pace ed amicizia con gli altri Stati vicini.»
(Josif Stalin, Citato in Storia del Comunismo e della lotta di classe di Alessandro Pascale)